La mitica casa di produzione americana The Asylum non manca di sperimentare di tanto in tanto generi cinematografici diversi da quelli che gli assicurano entrate economiche quali plagi di film famosi, disaster movies e fantascienza da videonoleggio. In questo caso ha provato la strada del western con questo film intitolato 6 Guns, la cui trama è così riassumibile: c'è una famigliola felice stile casa nella prateria, ma disgraziatamente arriva una banda di banditi il cui capo vuole regolare un vecchio conto in sospeso col padre di famiglia, che viene ammazzato insieme ai due figlioletti, mentre la madre viene stuprata da tutti i membri della banda tranne uno, che dovrebbe anche essere quello che la deve ammazzare ma non lo fa. Vediamo poi questa povera donna bighellonare sbronza in una cittadina del west, dove tutti la trattano come un'accattona a parte uno straniero, un cacciatore di taglie appena giunto in paese, al quale la donna chiede di insegnargli a sparare per vendicarsi dei banditi che le hanno rovinato la vita. Dopo varie peripezie, giustizia è fatta e arriva il lieto fine, con lo straniero che se ne va e la donna che comincia una nuova vita da bounty killer.
Bisogna dire che questo film, pur non brillando per originalità (la donna che nel west prende in mano il fucile e inizia a fare giustizia viene da Roger Corman) o particolari virtuosismi visivi, è comunque ben fatto, e non regala quasi nessun elemento involontariamente comico che di solito troviamo nei film della Asylum; le uniche cose su cui potrei avere qualcosa da ridire sono 1) durante un pranzo all'inizio del film, a tavola usano dei grossissimi barattoli da conserva al posto dei bicchieri (ma come gli è venuto in mente?), e 2) il fatto del membro della banda caritatevole che risparmia la vita alla protagonista ci si aspettava che venisse sviluppato meglio. Comunque niente che rovini la fattura del film, che ho trovato pur nei suoi limiti migliore di tanti altri western televisivi in circolazione, come l'orrendissimo La febbre della prateria con Kevin Sorbo e Lance Henriksen.
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