venerdì 30 luglio 2010

Stephen, Charles e Edward Chiodo: Killer Klowns from Outer Space

Aggirandomi tra gli scaffali di un noto negozio di elettronica triestino, alla ricerca di un regalo appropriato per un buon amico, qualche mese fa, non potevo proprio prevedere cosa mi sarebbe capitato tra le mani...
Dal grosso cesto del grottesco, i film scontati che bene o male nessuno vuole, rimestando per qualche minuto salta fuori questo titolo...i pagliacci assassini dello spazio? Ma cos'è? E finisco per comprarlo al malcapitato festeggiato assieme ad altri commilitoni del trash.
Tutto finisce dimenticatoio, fino a qualche giorno fa, quando durante una serata a casa sua risbuca il divvuddì incriminato...

La prima cosa che salta all'orecchio (eh, si, proprio all'orecchio^__^) è la musichina del menù: un reprise del classico pezzo da circo, però magnificamente schitarrato da un oramai (ahimè) dimenticato gruppo punk-rock anni 80: i Dickies





Il film risulta essere aldisopra di ogni aspettativa!
In una cittadina americana,Crescent Cove, durante i casti amoreggiamenti giovanili nei parchi notturni, viene avvistata una posticcissima stella cadente, di dimensioni, forme e movenze spropositate... Mike e Debbie, i nostri eroi, una coppia di fidanzatini a dirla loro poco meno che ventenni si precipita sul luogo dell'impatto, scoprendo niente popodimeno che un'astronave a forma di tendone da circo...avventuratisi all'interno vengono subito a conoscenza della verità: dei malvagissimi clown extraterrestri stanno uccidendo gli abitanti della cittadina, conservando i corpi in dei grossi bozzoli di zucchero filato. Il loro monito alle forze dell'ordine però serve a ben poco: la centrale di polizia consta di ben 2 (e dico DUE) agenti: l'uno troppo prevenuto contro i giovani (ubriaconi fancazzisti e delinquenti) l'altro coinvolto emotivamente...trattasi infatti dell'ex fidanzato della protagonista, poco disposto ad archiviare la storia. E' solo dopo aver visto in azione i clown assassini che il giovane poliziotto si convincerà del pericolo e aiuterà Mike a liberare il paesino dagli alieni abbattendoli come si conviene a ogni clown: scoppiandogli il naso!
Finale decisamente appropriato con comparsa del gigantesco "clownzilla" abbattuto dall'eroico poliziotto Dave, in un modo tutto da scoprire...


Film scorrevolissimo e a mio avviso geniale per quanto riguarda tutto ciò che concerne i clown: Dall'astronave a forma di circo al gigantesco pagliaccio finale, passando per le "torte acide" e il pistolone sparapopcorn (al quale va una menzione: le tracce di popcorn attacate ai due giovani malcapitati vengono seguite da un cagnolino fatto di palloncini dai clown...ma quando pensi di esserti dimenticato del popcorn scopri che può mutare in dei simpaticissimi e dentuti pagliacetti-serpentello, terrore di ogni lavandaia quando escono dal cesto della roba sporca!)

Nasce come primo lungometraggio diretto e sceneggiato dai fratelli Chiodo, inizialmente stroncato ma che poi, grazie a un notevole successo di pubblico e a una maggiore facilità di "passaparola" è divenuto un vero e proprio cult del genere "B".

In definitiva un'ottimo modo di trascorrere una piacevole serata, come consiglia il retrocopertina, in compagnia di qualche amico e un paio di birre.

Caro Babbo Natale...

... lo so che è ancora presto, ma ti scrivo per chiederti un regalo grande grande.
Non voglio chiederti un computer nuovo per scrivere i miei post, né una videocamera per girare dei corti (per quello ogni utente può fare una piccola donazione tramite il pulsante nella barra in basso, anche se dubito questo appello funzionerà), né voglio chiederti la pace nel mondo, come fanno tanti altri bambini.

So che quello che ti sto per chiedere è un po' impegnativo, ma credo di essere stato bravo quest'anno e magari con l'aiuto delle conoscenze giuste potrebbe essere più facile di quanto sperato.

Per favore Babbo Natale, ferma la produzione e le riprese di:
- i seguiti di Predators;

E se proprio ti riesce, ma non vorrei iniziare ad essere troppo pretenzioso, anche gli ulteriori seguiti di Saw e I Pirati dei Caraibi.

So che purtroppo non hai potuto fare niente per Karate Kid e Predators, ma confido nella tua pietà nei miei confronti e spero di non vedere mai al cinema quei film.

Grazie tante,

Mauro

mercoledì 28 luglio 2010

Trey Parker: Team America



Il film in questione ha tutte le carte in regola per attirare la curiosità dello spettatore in cerca di qualcosa di curioso e anche abbastanza diverso da quel che si vede di solito: realizzato dal duo Trey Parker e Matt Stone, svezzati alla Troma e poi diventati famosi con South Park, questo film d'animazione è recitato completamente da marionette, riprendendo la tecnica utilizzata per realizzare il vecchio telefilm dei Thunderbirds, in questo caso affidata a dei maghi degli effetti speciali anni ottanta, ovvero i fratelli Chiodo (quelli di Killer Klowns from outer space, per capirsi). La trama è presto detta: esiste un gruppo di supersoldati americani, dotati di mezzi tecnologicamente avanzatissimi con base operativa nel monte Rushmore, che combattono il terrorismo e più in generale i nemici dell'occidente in tutto il mondo... finendo il più delle volte, grazie al grilletto facile e altre simili abitudini statunitensi, a far più danni dei terroristi stessi. Uno di loro viene ucciso e rimpiazzato dal governo americano con un attore, allo scopo di usarlo come spia da infiltrare fra i nemici; la nuova squadra così formata, alle prese col nuovo arrivato più o meno accettato dai vari membri della squadra, dovrà sventare un superattacco terroristico su scala mondiale pianificato dal leader nordcoreano Kim Jong-il, che è riuscito a imbrogliare tutto facendosi passare per un sostenitore della pace mondiale ottenendo addirittura il sostegno della Gilda Attori Yankee (GAY), un'associazione di famosi attori hollywoodiani ingenuamente pacifisti.
Come si può capire, il film prende di mira svariate cose: dal punto di vista politico-sociale c'è una presa in giro dell'antiterrosimo occidentale e statunitense, pericoloso per la gente comune quanto il terrorismo stesso, ma anche del pacifismo da salotto un po' radical-chic dei presunti intellettuali americani; per quanto riguarda il discorso metacinematografico si prendono in giro parecchio i film d'azione americani e tutta la ridicola boriosità di questi eroi spaccatutto ma allo stesso tempo capaci di provare emozioni tenere e romantiche, per non parlare della presa in giro della raffigurazione estetica stessa di questi paladini della libertà, che vestono e pilotano mezzi dalle caratteristiche a dir poco pittoresche (senza alcun dubbio gli autori di questo film hanno visto Megaforce); ovviamente poi anche l'animazione stessa a base di marionette inespressive e dai movimenti goffissimi (il più delle volte i fili di nylon che li sostengono sono - volontariamente, ovvio - ben visibili) che invece recitano ruoli intensi e dai movimenti che vorrebbero essere acrobatici e coordinatissimi è fonte di risate.
Le scene indimenticabili sono più di una, vorrei ricordare soltanto la canzone-monologo di Kim Jong-il, che si sente tutto triste e solo in quella gabbia dorata in cui vive (alla maniera di Topo Gigio) e che forse poi è cattivo per questo, e la scena in cui vengono aizzati contro dei membri del Team America due pantere, che sono rese inserendo nella scena due gattini neri davanti alle marionette. Insomma, gli elementi per spassarsela un po' ci son tutti; va detto però che a volte, nell'itento di ricalcare i modelli cinematografici che si vogliono parodiare, si rischia di rimanerci troppo fedeli, e quindi c'è qualche momento in cui si ha la sensazione di guardare qualcosa in fondo non poi così diversa dall'oggetto della critica del film; ma forse è semplicemente il fatto che Parker e Stone si trovano più a loro agio con episodi corti che non lungometraggi (se l'avete visto, anche il film di South Park non era poi un gran ché), e comunque questa pellicola merita una visione già solo per la sua particolarità.

Cancellato il reboot di Robocop

Dite "ciao ciao" alla pagina di imdb finché siete in tempo, perché se è vero che (come dicono) il reboot di Robocop è stato cancellato, anche quella presto sparirà.
Ma scomparsa o meno della pagina, io sono estremamente soddisfatto dell'abbandono dell'ennesima idea atta a rovinare quello che molti (me compreso) considerano il miglior decennio cinematograficamente parlando.

Ora speriamo solo che rinuncino anche al seguito di Predators e per un po' mi potrò dire soddisfatto (finché non esce The Expendables, ovviamente)

lunedì 26 luglio 2010

Tom Six: The Human Centipede

In due parole: grottesco e angosciante.

Piuttosto semplice ma terrificante, inizia come tanti altri film horror con un'atmosfera distesa e rilassata per passare in breve tempo ad una moderata tensione che ben presto diventa una strizzata di palle che non si sente spesso.

Due belle e giovani ragazze americane sono in viaggio in Europa e mentre si trovano in Germania la loro auto si ferma in mezzo ad un bosco mentre stanno andando in un night club. Purtroppo per loro la nottata (né il resto della vacanza) proseguirà nel modo sperato.
In cerca di aiuto, Lindsay e Jenny, troveranno la casa del Dottor Heiter (Dieter Laser) che non si farà pregare due volte per farle entrare e sedarle, per farle diventare due dei tre pezzi necessari per il suo esperimento.

Ciò che il bizzarro chirurgo vuole creare è una sorta di tripletta di gemelli siamesi, uniti l'uno all'altro attraverso l'apparato digerente, ovvero bocca-ano. Difficile, a mio avviso, immaginare qualcosa di più disgustoso che il risvegliarsi da un'anestesia e ritrovarsi attaccati ad altre due persone (nel peggiore dei casi, essendo nella parte del pezzo centrale).



La procedura con cui i tre (il primo in fila è un giapponese che non parla altro che la sua lingua madre) vengono uniti è dettagliatamente descritta dal medico prima di iniziare l'operazione, davanti agli sguardi terrorizzati delle vittime, ma viene mostrata solo a tratti, senza troppa dovizia di particolari.
Una volta portato a termine il lavoro, il Dr. Heiter cercerà di addestrare la sua creatura affinché gli ubbidisca, ma incontrerà notevoli difficoltà dovute al forte carattere di Katsuro che non ha intenzione di farsi sottomettere.

Il Dr. Heiter è semplicemente pazzo e ne dà dimostrazione continuamente, con i suoi scatti d'ira e la sua perversione deviata per il lavoro che svolge, mai sazio e costantemente desideroso di superare il limite e Dieter Laser lo interpreta magnificamente.
Altrettanto adatti ai loro ruoli sono le tre vittime, Ashley C. Williams, Ashlynn Yennie e Akihiro Kitamura che riescono a trasmettere alla perfezione il senso di terrore e angoscia cercato dal regista e scrittore Tom Six.
Interessante il simbolismo della nazionalità dei personaggi, il malvagio tedesco che tiene sotto torchio America e Giappone e compie controversi esperimenti proprio come gli scienziati nazisti, il tutto molto sentito dallo stesso autore della pellicola di nazionalità olandese.

Piuttosto disturbato e disturbante nei contenuti (il cui punto a favore è sicuramente l'originalità), si tiene in piedi grazie alla tensione psicologica essenziale per non farlo risultare noioso perché eccessivamente lento, ma senza lasciare in secondo piano l'aspetto puramente visivo, altrettanto fondamentale per la buona riuscita dell'intero film.

domenica 25 luglio 2010

I nostri lettori, che gente strana

Ho notato nel corso della breve vita di questo blog, che i visitatori arrivano a noi in modo, spesso, buffo e vi voglio rendere partecipi, in modo che anche voi possiate farvi una risata:

Tramite le ricerche sui motori di ricerca troviamo infatti alcuni risultati abbastanza sensati, come:
scena madre [qualcuno che già ci conosce e cerca il blog?]
"il bosco" marfori [ci sono anche io tra i famelici ricercatori di notizie che passano le giornate a spulciare i risultati di quella stringa]
blogspot film [qualcuno che probabilmente voleva scoprire qualche nuovo blog interessate]
bravo ma basta film festival 2010
&
festival intercomunale di cinema amatoriale 2010 [sono felice di poter aiutare chi cerca informazioni sui festival cinematografici]
coralina cataldi-tassoni [Il Bosco 1 miete decisamente molte vittime]

Per poi arrivare a cose un po' più strane, se non a volte addirittura grottesche:
esistono siti di sole donne amatoriali [in che senso?]
porno [pur non avendo mai usato tale parola all'interno del blog... mah, i misteri di google...]
il festival della fica [ora, io spero che si trattasse del FICA, ma se così non fosse? dovrei informarmi in merito...]
film porno [e vabbè, ne avrò anche visti svariati, ma perché mi vogliono dare dei meriti che non ho?]
fil porno [questo credo sia un errore di battitura, altrimenti rimango allibito sul significato del filo porno...]
madre, fica [no, giuro, non ho mai e poi mai scritto niente di incestuoso >_<]

martedì 20 luglio 2010

Paul Verhoeven: Atto di Forza

Un ancora giovane Arnold Schwarznegger è protagonista di questa avventura fantascientifica scritta da Philip K. Dick e diretta da Paul Verhoeven in cui l'avanzamento scientifico e tecnologico ha portato alla formazione di un mondo che ha dell'incredibile.
Viaggiare nello spazio è all'ordine del giorno e andare in vacanza su Marte può essere una passeggiata, se non fosse per le tensioni create dagli abitanti della colonia del pianeta rosso. 
Ma se la moglie non vuole fare viaggi nello spazio, una soluzione per godersi la vista dei deserti marziani infuocati c'è: la Recall, un'azienda che promette di mettere nella testa del cliente il ricordo di una bellissima vacanza, senza che questo si sia mai allontanato da casa.

Sappiate però che se siete degli ex agenti segreti a cui è stata cancellata in precedenza la memoria e rimpiazzata con una farlocca, allora con questo trattamento potreste ricordare cose scomode per qualcuno e tornare su Marte per aiutare la resistenza di indigeni a riprendere il controllo del proprio pianeta ormai in mano a una spietata compagnia mineraria.



Considerata l'età del film (1990) è sempre un piacere rivederlo anche e soprattutto per gli effetti speciali che per l'epoca considerata si difendono più che egregiamente.
Sicuramente non è un film da oscar, ma la storia è interessante e ben sviluppata, con qualche colpo di scena e momenti di tensione nei punti giusti. Godibile e assolutamente non pesante, si lascia guardare con facilità pur trattando temi non banali ma in modo implicito, mettendo in primo piano combattimenti ed esplosioni piuttosto che sentimentalismi e seghe mentali.

domenica 18 luglio 2010

Nimród Antal: Predators

Soldati, assassini, mafiosi, pazzi maniaci e chi più ne ha più ne metta, precipitano improvvisamente e senza aver memoria di cosa sia accaduto, in quella che sembra essere una foresta sudamericana in cui qualcosa gli darà la caccia, per puro divertimento, per il piacere di uccidere e di manifestare la propria superiorità.
L'essere più combattivo dell'universo (secondo solo al cast di The Expendables) è tornato in azione, per fare quello che sa fare meglio: divertirsi. E stavolta lo farà a scapito di un gruppo di esperti combattenti provenienti da diverse parti del mondo, uno più temibile dell'altro.



Finita la breve anticipazione, passiamo ai motivi per vedere o non vedere Predators:

1. La trama
Semplice e poco sviluppata: No.

L'idea non è male a mio avviso e spunti potenzialmente interessanti non mancano (come il personaggio interpretato da Laurence Fishburne) ma non vengono sfruttati a dovere e lasciano con l'amaro in bocca, tanto che vien quasi da pensare che la versione vista al cinema sia stata tagliata per risparmiare tempo, togliendo parti di storia che altrimenti avrebbero portato il film su binari positivi.

2. I personaggi
Pieni di luoghi comuni e per niente caratterizzati: No.

Il punto focale in questo caso è indubbiamente Adrien Brody. Molte domande sorgono spontanee nel vederlo interpretare un militare senza scrupoli e senza anima:
1) perché lui?
2) perché?
3) no, veramente, perché?


Royce, il personaggio che interpreta, risulta fin dal primo minuto fastidioso e saccente, di quelli che sanno tutto di tutti e sono fighi perché ammazzano le persone. Ma l'aspetto peggiore è senza ombra di dubbio il suo continuare a raccontarci, durante lo svolgimento del film, cosa sta accadendo e cosa sta per accadere, come se lo spettatore fosse scemo (e avendo speso dei soldi per vedere questo film al cinema mi vien quasi il dubbio che abbia ragione) e non fosse in grado di capire cosa sta accadendo. Ma almeno non dirci cosa stai andando a fare, che rovini la sorpresa!

Nel complesso i protagonisti sono semplicemente delle pedine messe in una foresta (esattamente come li vedono i predator e in un certo senso può anche andar bene così) ma allo spettatore questo non basta, c'è bisogno di interazione, dialoghi brillanti e soprattutto un briciolo di psicologia dei personaggi che invece di rimanere stupefatti e shoccati quando si rendono conto di esser prede di cacciatori alieni su un pianeta sconosciuto, continuano la loro passeggiata armi in mano come se nulla fosse.
Inutile dire che manca tutto ciò.

3. L'ambientazione
Ben curata e adatta alla situazione: Sì.

Gli ambienti sono realistici e curati, le riprese colgono sempre i paesaggi dalla migliore angolazione senza far trasparire l'uso di artificiosità o effetti speciali (ben fatto il cielo in cui si vedono pianeti e soli che li fanno rendere conto di non essere sulla terra).

4. I Predator
Pur essendo ben fatti non rispecchiano appieno quelli originali: Nì.

Assolutamente niente da ridire dal punto di vista tecnico, dei trucchi e dei costumi dei predator, molto ben fatti in tutti e tre le varianti proposte. Ma proprio qui nascono i dubbi... nel film compaiono tre predator con diverse maschere e ci si aspetta che posseggano diverse abilità. Ma non è così. Non viene palesata nessuna differenza oltre a quella dell'aspetto e personalmente ci sono rimasto un po' male, speravo in un più azione dovuta al dover usare le diverse abilità dei protagonisti per sconfiggere i tre alieni in modi diversi. Il tentativo di farlo c'è, si intravede ma non viene a galla, si risolve in un avanzamento a tappe in stile videogioco, che di questi tempi nel cinema abbonda e (a mio avviso) annoia.


Ulteriore dettaglio da esaminare, che potrebbe inizialmente passare inosservato, è la tipica azione compiuta dai predator quando sanno di non poter sconfiggere il proprio nemico: farsi esplodere. Perché qui non accade?

5. Il finale
Indigesto: Assolutamente NO.
SPOILER ALERT!


SPOILER ALERT!

Nonostante il colpo di scena nelle battute finali, in cui Edwin (Topher Grace) rivela la sua vera identità di assassino con la contemporanea presunta morte di Royce faccia sperare in un finale originale e inaspettato, ci ritroviamo invece di fronte alla solita porcheria dell'eroe inizialmente burbero e scontroso che alla fine si rivela dal cuore d'oro e torna a salvare la bella Isabelle (Alice Braga) ormai preda del pazzo omicida e fa fuori prima l'uno e poi si avventa contro l'altro, il predator, arrivando sul punto di essere sopraffatto ma si salva grazie all'aiuto della ragazza con la quale rimarrà infine confinato sul pianeta, mentre altri disgraziati vengono paracadutati a terra...



Nel complesso: deludente e sviluppato male. Questo è il tipo di film di cui vorrei vedere un remake, per vedere la stessa trama ma in un film fatto bene.

martedì 13 luglio 2010

Oliver Stone: Natural Born Killers


Dalla penna di Quentin Tarantino nasce questa assurda produzione che vede Oliver Stone alla macchina da presa e Woody Harrelson e Juliette Lewis nei ruoli di protagonisti, indaffarati durante tutta la durata della pellicola a mietere vittime scorrazzando per l'America apparentemente senza alcun buon motivo.
Ciò che li spinge a commettere efferati omicidi sono le rispettive infanzie difficili, Mickey (Woody) in seguito alla morte del padre (e di questa accusato) e Mallory (Juliette) che ha passato l'intera giovinezza a subire le violenze del padre (queste mostrate con l'espediente a dir poco geniale di essere camuffate da sit-com con tanto di risate finte e riprese a telecamera fissa).

L'incontro tra i due giovani li porta all'omicidio dei genitori di Mallory e ad una fuga colma di passione e di sangue attraverso gli Stati Uniti durante la quale la loro voglia di violenza non tenderà a scemare ma anzi si farà sempre più estrema e farà sì che il miglior poliziotto del paese si metta sulle loro tracce per fermarli. E ci riuscirà, ma sarà proprio il loro arresto che li farà entrare nel vivo dell'azione, in cui il film prende una piega più seria e quasi filosofica, interrompendo la lunga serie di scene di violenza tra loro spesso sconnesse e apparentemente insensate. Sarà infatti qui, in carcere, che capiremo meglio i pensieri di Mickey e lo seguiremo nei suoi contorti ragionamenti a cavallo tra il genio e lo schizoide.


L'uso continuo di ellissi, il salto da un luogo all'altro, dal passato al futuro, la mancanza di continuità nelle vicende nella prima metà del film possono farlo risultare poco digeribile anche e soprattutto perché la trama stenta a delinearsi e soltanto nella seconda parte si inizia a capire dove si voglia andare a parare e anche qui, nel finale, lo spettatore rimane dubbioso e in attesa di sviluppi che non arriveranno.
Sono invece estremamente interessanti i personaggi poco realistici e volutamente esagerati nell'aspetto, nei comportamenti e negli atteggiamenti, che rendono ancora più grottesche le situazioni già di per sé esageratamente cruente e la mano di Tarantino si vede eccome.

lunedì 12 luglio 2010

Torno da una settimana in Slovenia (e provate a dire che non vi sono mancato) con un volantino riguardante un festival "del vino e del cinema" che si terrà dal 26 al 31 luglio a Ljutomer (sotto la mappa).
Tra gli ospiti spicca senza ombra di dubbio il (così lui si definisce) regista tedesco Uwe Boll (Doom, House of the Dead, Blood Rayne, Postal). Per ulteriori informazioni vi rimando al sito ufficiale.

martedì 6 luglio 2010

Mike Disa: Dante's inferno - An animated epic

Siamo di fronte a un prodotto, per così dire, derivato, in quanto questo anime giapponese steampunk non avrebbe ragione di esistere se non per supportare l'uscita nei mesi scorsi dell'omonimo videogioco. La cosa m'incuriosiva, dato che nonostante La divina commedia sia una di quelle cose che a scuola inevitabilmente bisogna sorbirsela a me ha sempre suggestionato non poco, per cui mi son sottoposto volentieri questa versione postmoderna/videoludica. E proprio per questo, dico subito che se questo film ha dei difetti non è certo per la lontananza e le differenze dell'opera originale: fare delle critiche in tal senso sarebbe fuorviante, siamo di fronte a due cose ben diverse e perciò in tal senso non ho niente da dire.
Il tutto è ambientato in una sorta di universo alternativo in cui Dante Alighieri, invece di diventare un poeta e comporre versi su una donna a cui non ha mai rivolto la parola, è un bellimbusto che con Beatrice ci si mette insieme, dopodiché parte convinto per le crociate; ma in terrasanta diventerà una specie di criminale di guerra, e le sue sconsiderate azioni porteranno alla morte della sua famiglia e della sua amata, che la cui anima viene rapita dal diavolo in persona; a questo punto a Dante non resterà che lanciarsi all'inseguimento discendendo gli inferi, guidato dal poeta latino Virgilio, durante un viaggio che gli servirà anche per redimersi dei peccati che ha commesso e ritrovare la retta via. Come dicevo sopra, siamo di fronte a una trasposizione cinematografica del videogioco, per cui si è di fronte a un film molto strutturato a videogioco: Dante ogni volta che passa per un girone dell'inferno combatte un po' con i dannati o i diavoli, poi ammazza il boss di fine livello, una volta finito passa oltre e così via. La qual cosa, ripeto, non è un difetto del film, è un cartone giappo (o simil-giappo) di smazzamenti continui per cui ok così, può anche essere divertente vedere alcune trovate di indubbia origine videoludica come i neonati non battezzati del Limbo con delle falci al posto delle mani che attaccano in massa Dante. Ma il film presenta un paio di difetti strutturali che, pur non compromettendo l'opera per quel che è, faranno comunque storcere un po' il naso. Il primo sono alcuni elementi basilari della trama, che a me almeno sono sembrati un po' troppo semplicistici rispetto a come è stato poi sviluppato il tutto: Dante che scopre che i preti son dei bugiardi con tutte le menate su Dio e la guerra santa contro gli infedeli sono delle atrocità anche se si dichiarano dalla parte giusta, e questa cosa mi è sembrata una cosa un po' troppo da pacifismo spicciolo e ingenuo, anche se funzionale allo sviluppo della trama... poi non so, magari americani e giapponesi non essendo cresciuti a contatto diretto con la cultura cattolica come c'è toccato a noi italiani il tutto sembrerà fatto bene ma con un background più "europeo" probabilmente si ha una percezione diversa della cosa. L'altro difetto, a mio giudizio, è la trovata di far disegnare l'anime a 4-5 disegnatori diversi; devo dire che questo tipo di trovate, che a volte potrebbero anche essere geniali, a volte sono usate un po' a sproposito, come per conferire all'opera una specie di originalità; in questo caso forse potevano anche farne a meno, m'è sembrato ridondante (a parte che poi inevitabilmente capitano cose del tipo che con un disegnatore Virgilio sembra Giulio Cesare, con un altro sembra il cattivo di Hercules della Disney, con un altro ancora sembra Billy Idol ecc.).
Per concludere, quindi, potrei anche consigliare questo film; niente pretese però, di alcun tipo, mi raccomando, aspettatevi una semplice versione steampunk dell'Inferno di Dante e niente di più.

domenica 4 luglio 2010

Ivan Reitman: Un poliziotto alle elementari


Una cosa è certa: il buon Arnold è credibile come personaggio tutto muscoli ma solo fino a un certo punto. Sotto quella scorza di tessuti sintetici che gli forniscono un aspetto umano, infatti, oltre a circuiti e parti meccaniche sofisticatissime, si nasconde anche un lato umano. Ce l'ha dimostrato in Terminator 2 e, ben un anno prima, con questo Kidergarten Cop (da noi meglio noto come Un Poliziotto alle Elementari, anche se in realtà si tratta di una scuola materna, ma non siamo qui per puntualizzare sugli errori grossolani di traduzione).


Questa volta, l'attuale governatore della California veste i panni di un poliziotto senza scrupoli nei confronti dei delinquenti e ben intenzionato ad arrestare Cullen,  lo spacciatore che sta inseguendo da oltre 4 anni e l'unico modo per incastrarlo è trovare sua moglie, scappata con il figlio per salvarlo dalla vita disonesta del padre.


Il ragazzino frequenta la scuola materna in una piccola città di periferia e a causa di un malore della collega che avrebbe dovuto infiltrarsi come finta supplente di una maestra, il detective John Kimble (Arnold Schwarzenegger)  è costretto a svolgere questo ingrato compito.

La vita di un insegnante (soprattutto senza la dovuta preparazione) non è facile e John lo scoprirà presto a proprie spese, ma poco alla volta inizierà a capire come muoversi e come comportarsi per ottenere dai bambini il rispetto necessario affinché questi gli ubbidiscano.
Provvidenziale sia per calmare le piccole pesti che per il compimento della missione, sarà il suo furetto, un animaletto dolce e simpatico che diventerà la mascotte della classe.


L'idea di prendere un ex body builder vestito da poliziotto e metterlo in mezzo ad un branco di ragazzini urlanti forse non è una delle idee più geniali (e detta così sembra anche piuttosto osé, oltre che schifosamente illegale) ma crea comunque una situazione al limite del tragicomico che sviluppa diversi spunti divertenti.

Nel cast, due nomi degni di nota: il regista Ivan Reitman, già artefice dei due Ghostbusters (videoclip incluso), Meatballs (il primo film che vede Bill Murray nel ruolo di protagonista) e I Gemelli, sempre con Schwarzenegger, stavolta nell'improbabile ruolo di gemello di DannyDeVito e, altra presenza interessante, Jason Reitman (sarà un caso che si tratti del fratello del regista, appena adolescente, che compare per pochi secondi in cui bacia una ragazzina?) che già aveva sondato il palcoscenico con i due sopra citati I Gemelli e Ghostbusters 2 e che proseguirà poi la sua carriera scrivendo i non poco conosciuti Thank You for Smoking e Tra le Nuvole di cui è anche regista, insieme alla commedia adolescenziale Juno.

venerdì 2 luglio 2010

John Waters: A dirty shame

Si tratta dell'ultimo film di uno dei miei registi preferiti in assoluto, che non ha bisogno di presentazioni (se non sapete chi è John Waters, sappiate che avete una grossa lacuna da colmare ;) ). Trama: una frigida e nervosetta casalinga di Baltimora (Tracey Ullman) durante un incidente sbatte la testa contro un tubo di metallo, e dopo essere diventata a causa di ciò una ninfomane con una predilezione per il cunnilingus scopre che chiunque abbia avuto un trauma cranico diventa un sessuomane; si unisce a un movimento di rivoluzione sessuale guidato dal messia/meccanico Ray Ray (Johnny Knoxville), e tutti insieme sconvolgono la città, portando lo scompiglio fra i bigotti, fino a raggiungere uno stato di eccitazione sessuale collettiva che culminerà in una sborrata cosmica che finirà tutta sullo spettatore.
E' evidente che con questo film John Waters ha voluto, pur rimanendo nel solco di tutta la sua precedente produzione, sperimentare qualcosa di diverso, sia come soluzioni visive (il collage di immagini "retrò" che appaiono sullo schermo ogni volta che qualcuno subisce un trauma oppure gli scoiattoli in CGI che s'accoppiano, tanto per fare un paio di esempi) sia come trama, in quanto nonostante non si arrivi alle soluzioni estreme del suo cinema delle origini (vi ricordate Divine che s'era mangiata una vera merda di cane?) si affronta comunque una tematica come il sesso e la depravazione sessuale, che pur essendo stata sempre presente in qualche modo in tutti i suoi film non ne è mai stata protagonista assoluta.
Purtroppo è da segnalare che nonostante tutto ciò il film non brilla particolarmente, e forse gran parte di questo è dovuto alla trama che ben presto si appiattisce in situazioni che si ripetono in modo un po' troppo... ripetitivo. L'unica scena che a un certo punto risolleva un po' le sorti del film - e che a me ha fatto non poco ridere - è il modo in cui riceve una botta in testa (e quindi diventa anch'esso un sessuomane) il marito della protagonista: un aereo diretto a Washington passa sopra Baltimora, su questo aereo c'è David Hasselhoff che va in bagno, caga, la sua merda viene scaricata nell'aere e questa, precipitando verso terra, si solidifica, diventando un macigno che colpisce in testa il suddetto marito della protagonista.
A parte questo, tutte le altre bizzarrie del film non bastano a rendere questo film memorabile rispetto alla cinematografia precedente di Waters, e forse dal 2004 in qua il nostro non ha più fatto film proprio perché la sua ultima opera mostra una, per quanto piccola, parabola discendente. In ogni caso, consiglio comunque ai fan del re del trash la visione di questa pellicola.

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