lunedì 7 giugno 2010

Le case dei morti

House of the Dead I & II


Che la filmografia tratta dai videogiochi sia costellata di scempi e faccia venir voglia di fare una strage di sceneggiatori e registi è cosa nota. E soprattutto se tra questi andiamo a porre la nostra attenzione su tal Uwe Boll, uno specialista di questo settore, con svariate pellicole alle spalle, una più vergognosa dell'altra e anche stavolta non è stato da meno, con quella porcata di House of the Dead, tratto dall'omonimo shooter da sala giochi che (serve dirlo?) sicuramente non spiccava per la trama. Difficile quindi immaginare un film tratto da un videogioco senza trama? Eppure Super Mario Bros era già stato fatto.
Quel che è sicuro, quindi, è che sicuramente in questo House of the Dead il punto forte non è la storia: dei ragazzi si reano su un'isola deserta per partecipare ad un rave party, ma degli imprevisti li fanno ritardare e arriveranno a festa finita, terminata con un massacro. In realtà ci vorrà un po' prima che questi si rendano conto dell'accaduto, perché i partecipanti al rave non sono propriamente stati uccisi... si faranno invece presto vivi (per modo di dire),  sotto forma di zombi, attaccandoli e cercando di cibarsene.
Parte a questo punto il classico survival-teen-horror-movie nel corso del quale si scoprirà che la maledizione della Isla de la Muerte è iniziata nel 1400 per opera di un sacedote spagnolo pazzo, che in cerca dell'immortalità condannò l'intera isola ad un macabro destino.
Gli effetti speciali non sono granché, ma c'era da aspettarselo, mentre ciò che più fa storcere il naso, aggrottare le sopracciglia e accapponare la pelle sono le scene tratte dal videogioco stesso, inserite veramente a cazzo durante gli scontri con gli zombi. Orripilante oltremodo.
Alla carneficina sopravviveranno solo un ragazzo e una ragazza, non senza aver contratto però il morbo.

Il secondo capitolo, uscito in Italia con il titolo Cacciatori di Zombie, è fortunatamente più scorrevole, ma non meno banale.
Dal ritorno dei due sopravvissuti della Isla de la Muerte, il contagio si è diffuso in un college americano, dove venivano condotti degli esperimenti sulla ragazza, ormai trasformata in cadavere ambulante.
Una squadra di scienziati e militari viene inviata nell'istituto infestato da morti viventi per trovare lo zombie "di generazione zero" nel cui sangue si ritiene essere presente il segreto per lo sviluppo di un vaccino.
Mancano totalmente spunti interessanti in questo film, la cui unica attrattiva sono zombi e sangue, con un'esagerazione di tette e culi e bislacche teorie sull'evoluzione; infatti secondo i nostri scienziati in missione gli zombi si sarebbero evoluti modificando la dentatura per poter mordere le loro armature in kevlar. Bizzarro.
Insomma anche qui il finale ci fa storcere un po' il naso, ma del resto non si poteva sperare in qualcosa di meglio, sin dalle prime battute.

Sconsiglio assolutamente entrambi i capitoli, a meno che non siate come me dei masochisti o cultori dello zombie movie a caccia del film più brutto.

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