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venerdì 4 marzo 2011

Edgar Wright: Scott Pilgrim vs. The World


Premetto che mi sono divertito abbastanza a vederlo, ma è evidente che c'è qualcosa di fondo che non va. Non so, forse c'è troppa carne al fuoco, e forse anche delle pretese cinematografiche che non concordano con la loro messa in scena. Troppo spesso mi sembrava di aver davanti un pastrugno pseudonerd in cui sembrano mischiati insieme Street Fighter/Hello Kitty/Power rangers e così via... non fraintendetemi, so che il film è più di questo (se lo dirigeva qualcun'altro, magari un hollywoodiano, ne usciva sicuramente una cagata totale) e che magari rende bene in qualche modo l'idea del fumetto originale, ma capisco anche perché sia stato un flop...
Forse fatto diversamente - magari prendendosi un po' meno sul serio, cosa che qui vedo mancare più del solito in un film di E. Wright - poteva diventare un cult ma così no, è solo un film simpatico destinato a non essere ricordato.

venerdì 19 novembre 2010

Jalmari Helander: Rare Exports - A Christmas Tale


Vincitore del premio Méliès d'Argent e del premio del pubblico alla decima edizione del Science Plus Fiction di Trieste, Rare Exports - A Christmas Tale segue il corto ad opera dello stesso autore, che in un modo piuttosto originale ha voluto raccontare il natale a modo suo.
Sì, perché forse non tutti sanno che Babbo Natale (ovviamente tutti invece sanno che la sua leggenda è originaria del nord Europa) non solo non era un personaggio proprio raccomandabile, dato che rapiva i bambini cattivi per mangiarseli, ma non era nemmeno grasso e vestito di rosso! E questo lo sa anche il piccolo Pietari, protagonista di questa curiosa vicenda.


In un paesino non ben precisato della Finlandia, come ogni anno si sta aspettando l'arrivo delle alci, per dare l'inizio alla stagione di caccia e portare a casa la pagnotta come i precedenti inverni. Ma c'è qualche problema: sono state tutte ammazzate e l'economia di questa piccola comunità è distrutta. Non si sa se si arriverà alla fine dell'inverno. Che fare?


Nessun problema, non disperate! Poco distante degli americani stanno venendo massacrati da una forza misteriosa, che ben presto si rivelerà collegata in qualche modo al vecchiaccio porta-regali e si trasformerà un manipolo di cacciatori in businessmen a livello internazionale (ma state tranquilli, non si parla di economia!)


Una storiella originale e divertente, dai tratti seri e che non eccede mai, rimanendo sempre su toni pacati anche se palesemente di fantasia. Si sviluppa in modo lineare, senza grandi colpi di scena né sviluppi arzigogolati, lasciando allo spettatore il tempo di metabolizzare un po' per volta i diversi elementi, che non si sovrappongono gli uni agli altri, garantendo appunto una visione piacevole dal punto di vista narrativo.


Per quanto riguarda gli effetti speciali e i trucchi, invece, non c'è nulla fuori posto: la computer grafica trova il suo spazio e lì rimane. Graficamente è un prodotto ben confezionato e godibile sotto tutti i punti di vista; non un film da 10, ma di tutto rispetto.

domenica 1 agosto 2010

Arthur Allan Seidelman: Ercole a New York

Quello di cui vado a scrivere ora è un film di una notevole importanza culturale, non tanto perché opera prima del regista Arthut A. Seidelman (che ha in seguito diretto un'infinità di lavori per la TV) ma perché si tratta del primo film in cui vediamo come protagonista un giovane (giovanissimo, incredibilmente ventiduenne) Arnold Schwarzenegger.

Nel suo primo ruolo da star, il nostro tutto muscoli non poteva che impersonare l'eroe mitologico meglio noto al pubblico con il nome di Ercole, ma non in un classico peplum ambientato in tempi antichi, bensì in una moderna (all'epoca) metropoli qual'è New York.

Il sempre giovane Ercole è stufo della monotona vita sull'Olimpo e lo da a vedere al padre onnipotente Giove, che però non sembra propenso a lasciarlo libero di andare a fare un giro turistico sulla terra.
Durante l'ennesimo dei litigi, Giove, adirato, lo scaraventa sulla Terra. O meglio, in mare, a diverse miglia dalla costa, dove verrà ripescato da una nave di passaggio.

Così iniziano le disavventure del semidio, per niente avvezzo alla vita nel mondo moderno, nel quale si farà strada come meglio gli si addice: lottando con chiunque gli si ponga innanzi per ostacolarlo.
A partire dall'equipaggio della nave, passando per un tassista al quale non può pagare la corsa ("Come sarebbe, vuole essere pagato per aver portato Ercole in carrozza?"), incontri di lotta libera, fino addirittura ad un orso scappato dallo zoo (che regala peraltro grasse risate alla prima occhiata, in cui ci si accorge che si tratta di un uomo con un costume, sicuramente non interessato ad apparire molto realistico nei movimenti).
Ovviamente Ercole avrà la meglio su tutti gli avversari terrestri, fino a quando un complotto ordito sull'Olimpo non lo metterà in difficoltà...


La regia, soprattutto nella prima parte, sottolinea la componente involontariamente comica del film, che però con il passare del tempo si fa sempre più lento e difficile da seguire; fortunatamente almeno nel finale si risolleva un po', regalando ancora una chicca che rende lo spettatore felice di essere arrivato fino in fondo e non aver abbandonato la visione nei momenti più difficili.

martedì 6 luglio 2010

Mike Disa: Dante's inferno - An animated epic

Siamo di fronte a un prodotto, per così dire, derivato, in quanto questo anime giapponese steampunk non avrebbe ragione di esistere se non per supportare l'uscita nei mesi scorsi dell'omonimo videogioco. La cosa m'incuriosiva, dato che nonostante La divina commedia sia una di quelle cose che a scuola inevitabilmente bisogna sorbirsela a me ha sempre suggestionato non poco, per cui mi son sottoposto volentieri questa versione postmoderna/videoludica. E proprio per questo, dico subito che se questo film ha dei difetti non è certo per la lontananza e le differenze dell'opera originale: fare delle critiche in tal senso sarebbe fuorviante, siamo di fronte a due cose ben diverse e perciò in tal senso non ho niente da dire.
Il tutto è ambientato in una sorta di universo alternativo in cui Dante Alighieri, invece di diventare un poeta e comporre versi su una donna a cui non ha mai rivolto la parola, è un bellimbusto che con Beatrice ci si mette insieme, dopodiché parte convinto per le crociate; ma in terrasanta diventerà una specie di criminale di guerra, e le sue sconsiderate azioni porteranno alla morte della sua famiglia e della sua amata, che la cui anima viene rapita dal diavolo in persona; a questo punto a Dante non resterà che lanciarsi all'inseguimento discendendo gli inferi, guidato dal poeta latino Virgilio, durante un viaggio che gli servirà anche per redimersi dei peccati che ha commesso e ritrovare la retta via. Come dicevo sopra, siamo di fronte a una trasposizione cinematografica del videogioco, per cui si è di fronte a un film molto strutturato a videogioco: Dante ogni volta che passa per un girone dell'inferno combatte un po' con i dannati o i diavoli, poi ammazza il boss di fine livello, una volta finito passa oltre e così via. La qual cosa, ripeto, non è un difetto del film, è un cartone giappo (o simil-giappo) di smazzamenti continui per cui ok così, può anche essere divertente vedere alcune trovate di indubbia origine videoludica come i neonati non battezzati del Limbo con delle falci al posto delle mani che attaccano in massa Dante. Ma il film presenta un paio di difetti strutturali che, pur non compromettendo l'opera per quel che è, faranno comunque storcere un po' il naso. Il primo sono alcuni elementi basilari della trama, che a me almeno sono sembrati un po' troppo semplicistici rispetto a come è stato poi sviluppato il tutto: Dante che scopre che i preti son dei bugiardi con tutte le menate su Dio e la guerra santa contro gli infedeli sono delle atrocità anche se si dichiarano dalla parte giusta, e questa cosa mi è sembrata una cosa un po' troppo da pacifismo spicciolo e ingenuo, anche se funzionale allo sviluppo della trama... poi non so, magari americani e giapponesi non essendo cresciuti a contatto diretto con la cultura cattolica come c'è toccato a noi italiani il tutto sembrerà fatto bene ma con un background più "europeo" probabilmente si ha una percezione diversa della cosa. L'altro difetto, a mio giudizio, è la trovata di far disegnare l'anime a 4-5 disegnatori diversi; devo dire che questo tipo di trovate, che a volte potrebbero anche essere geniali, a volte sono usate un po' a sproposito, come per conferire all'opera una specie di originalità; in questo caso forse potevano anche farne a meno, m'è sembrato ridondante (a parte che poi inevitabilmente capitano cose del tipo che con un disegnatore Virgilio sembra Giulio Cesare, con un altro sembra il cattivo di Hercules della Disney, con un altro ancora sembra Billy Idol ecc.).
Per concludere, quindi, potrei anche consigliare questo film; niente pretese però, di alcun tipo, mi raccomando, aspettatevi una semplice versione steampunk dell'Inferno di Dante e niente di più.

mercoledì 28 aprile 2010

John Carl Buechler: Troll

Questo film è un delirio.
C'è la famiglia Potter con Harry padre e figlio rispettivamente Senior e Junior e c'è Sonny Bono, oltre ad un nano e un troll, impersonato dallo stesso ma con un costume plasticoso messo addosso.
No, questo non è ancora niente, perché la varietà dei personaggi e la trama traballante sono i suoi punti di forza, seppur non bastino ad elevarlo sufficientemente da incontrare il favore del grande pubblico.

Harry Potter è un maghetto inglese che con il passare degli anni diventando grande acquisisce poteri sempre maggiori, mentre lotta contro un nemico più grande di lui?
Non proprio, Harry è un ragazzino che deve badare a sua sorella mentre i genitori sono indaffarati a sistemare mobili e cianfrusaglie nella nuova casa, subito dopo il trasloco; peccato però che la piccola sia stata presa prigioniera da un troll che ne ha assunto le sembianze per non farsi scoprire mentre porta avanti il suo piano di conquista dell'edificio e quindi del mondo.
Un appartamento dopo l'altro, la ragazzina dei capelli dorati deve trasformare gli abitanti in cetrioli giganti dai quali usciranno esserini di altri mondi che aiuteranno il troll nel suo malefico piano.
Fortunatamente il giovane Harry fa la conoscenza della strega che vive all'ultimo piano, apparentemente anziana signora discreta, che si rivela piena di risorse e lo inizia al mondo dell'occulto, affidandogli il compito di sconfiggere il troll.

Ci sono molteplici elementi che mi hanno colpito e ancora mi fanno riflettere in questo film, come il nome del protagonista, sarà un caso che Harry Potter sia un ragazzino (anche se nel doppiaggio italiano ha più la voce da trentenne) che indipendentemente dalla sua volontà si ritrova ad aver a che fare con la magia?
Altro elemento di cui discutere: il finale, come lo si può spiegare? Torok, il mago che è stato tramutato in troll in tempi antichi, perché si presenta sia nella sua forma attuale che in quella di un mostro alato? E perché queste due combattono tra loro?
Ma soprattutto: i film che Harry guarda in tv, esistono davvero?
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