Siamo di fronte a un prodotto, per così dire, derivato, in quanto questo anime giapponese steampunk non avrebbe ragione di esistere se non per supportare l'uscita nei mesi scorsi dell'omonimo videogioco. La cosa m'incuriosiva, dato che nonostante La divina commedia sia una di quelle cose che a scuola inevitabilmente bisogna sorbirsela a me ha sempre suggestionato non poco, per cui mi son sottoposto volentieri questa versione postmoderna/videoludica. E proprio per questo, dico subito che se questo film ha dei difetti non è certo per la lontananza e le differenze dell'opera originale: fare delle critiche in tal senso sarebbe fuorviante, siamo di fronte a due cose ben diverse e perciò in tal senso non ho niente da dire.
Il tutto è ambientato in una sorta di universo alternativo in cui Dante Alighieri, invece di diventare un poeta e comporre versi su una donna a cui non ha mai rivolto la parola, è un bellimbusto che con Beatrice ci si mette insieme, dopodiché parte convinto per le crociate; ma in terrasanta diventerà una specie di criminale di guerra, e le sue sconsiderate azioni porteranno alla morte della sua famiglia e della sua amata, che la cui anima viene rapita dal diavolo in persona; a questo punto a Dante non resterà che lanciarsi all'inseguimento discendendo gli inferi, guidato dal poeta latino Virgilio, durante un viaggio che gli servirà anche per redimersi dei peccati che ha commesso e ritrovare la retta via. Come dicevo sopra, siamo di fronte a una trasposizione cinematografica del videogioco, per cui si è di fronte a un film molto strutturato a videogioco: Dante ogni volta che passa per un girone dell'inferno combatte un po' con i dannati o i diavoli, poi ammazza il boss di fine livello, una volta finito passa oltre e così via. La qual cosa, ripeto, non è un difetto del film, è un cartone giappo (o simil-giappo) di smazzamenti continui per cui ok così, può anche essere divertente vedere alcune trovate di indubbia origine videoludica come i neonati non battezzati del Limbo con delle falci al posto delle mani che attaccano in massa Dante. Ma il film presenta un paio di difetti strutturali che, pur non compromettendo l'opera per quel che è, faranno comunque storcere un po' il naso. Il primo sono alcuni elementi basilari della trama, che a me almeno sono sembrati un po' troppo semplicistici rispetto a come è stato poi sviluppato il tutto: Dante che scopre che i preti son dei bugiardi con tutte le menate su Dio e la guerra santa contro gli infedeli sono delle atrocità anche se si dichiarano dalla parte giusta, e questa cosa mi è sembrata una cosa un po' troppo da pacifismo spicciolo e ingenuo, anche se funzionale allo sviluppo della trama... poi non so, magari americani e giapponesi non essendo cresciuti a contatto diretto con la cultura cattolica come c'è toccato a noi italiani il tutto sembrerà fatto bene ma con un background più "europeo" probabilmente si ha una percezione diversa della cosa. L'altro difetto, a mio giudizio, è la trovata di far disegnare l'anime a 4-5 disegnatori diversi; devo dire che questo tipo di trovate, che a volte potrebbero anche essere geniali, a volte sono usate un po' a sproposito, come per conferire all'opera una specie di originalità; in questo caso forse potevano anche farne a meno, m'è sembrato ridondante (a parte che poi inevitabilmente capitano cose del tipo che con un disegnatore Virgilio sembra Giulio Cesare, con un altro sembra il cattivo di Hercules della Disney, con un altro ancora sembra Billy Idol ecc.).
Per concludere, quindi, potrei anche consigliare questo film; niente pretese però, di alcun tipo, mi raccomando, aspettatevi una semplice versione steampunk dell'Inferno di Dante e niente di più.
Nessun commento:
Posta un commento