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mercoledì 28 luglio 2010

Trey Parker: Team America



Il film in questione ha tutte le carte in regola per attirare la curiosità dello spettatore in cerca di qualcosa di curioso e anche abbastanza diverso da quel che si vede di solito: realizzato dal duo Trey Parker e Matt Stone, svezzati alla Troma e poi diventati famosi con South Park, questo film d'animazione è recitato completamente da marionette, riprendendo la tecnica utilizzata per realizzare il vecchio telefilm dei Thunderbirds, in questo caso affidata a dei maghi degli effetti speciali anni ottanta, ovvero i fratelli Chiodo (quelli di Killer Klowns from outer space, per capirsi). La trama è presto detta: esiste un gruppo di supersoldati americani, dotati di mezzi tecnologicamente avanzatissimi con base operativa nel monte Rushmore, che combattono il terrorismo e più in generale i nemici dell'occidente in tutto il mondo... finendo il più delle volte, grazie al grilletto facile e altre simili abitudini statunitensi, a far più danni dei terroristi stessi. Uno di loro viene ucciso e rimpiazzato dal governo americano con un attore, allo scopo di usarlo come spia da infiltrare fra i nemici; la nuova squadra così formata, alle prese col nuovo arrivato più o meno accettato dai vari membri della squadra, dovrà sventare un superattacco terroristico su scala mondiale pianificato dal leader nordcoreano Kim Jong-il, che è riuscito a imbrogliare tutto facendosi passare per un sostenitore della pace mondiale ottenendo addirittura il sostegno della Gilda Attori Yankee (GAY), un'associazione di famosi attori hollywoodiani ingenuamente pacifisti.
Come si può capire, il film prende di mira svariate cose: dal punto di vista politico-sociale c'è una presa in giro dell'antiterrosimo occidentale e statunitense, pericoloso per la gente comune quanto il terrorismo stesso, ma anche del pacifismo da salotto un po' radical-chic dei presunti intellettuali americani; per quanto riguarda il discorso metacinematografico si prendono in giro parecchio i film d'azione americani e tutta la ridicola boriosità di questi eroi spaccatutto ma allo stesso tempo capaci di provare emozioni tenere e romantiche, per non parlare della presa in giro della raffigurazione estetica stessa di questi paladini della libertà, che vestono e pilotano mezzi dalle caratteristiche a dir poco pittoresche (senza alcun dubbio gli autori di questo film hanno visto Megaforce); ovviamente poi anche l'animazione stessa a base di marionette inespressive e dai movimenti goffissimi (il più delle volte i fili di nylon che li sostengono sono - volontariamente, ovvio - ben visibili) che invece recitano ruoli intensi e dai movimenti che vorrebbero essere acrobatici e coordinatissimi è fonte di risate.
Le scene indimenticabili sono più di una, vorrei ricordare soltanto la canzone-monologo di Kim Jong-il, che si sente tutto triste e solo in quella gabbia dorata in cui vive (alla maniera di Topo Gigio) e che forse poi è cattivo per questo, e la scena in cui vengono aizzati contro dei membri del Team America due pantere, che sono rese inserendo nella scena due gattini neri davanti alle marionette. Insomma, gli elementi per spassarsela un po' ci son tutti; va detto però che a volte, nell'itento di ricalcare i modelli cinematografici che si vogliono parodiare, si rischia di rimanerci troppo fedeli, e quindi c'è qualche momento in cui si ha la sensazione di guardare qualcosa in fondo non poi così diversa dall'oggetto della critica del film; ma forse è semplicemente il fatto che Parker e Stone si trovano più a loro agio con episodi corti che non lungometraggi (se l'avete visto, anche il film di South Park non era poi un gran ché), e comunque questa pellicola merita una visione già solo per la sua particolarità.

venerdì 2 luglio 2010

John Waters: A dirty shame

Si tratta dell'ultimo film di uno dei miei registi preferiti in assoluto, che non ha bisogno di presentazioni (se non sapete chi è John Waters, sappiate che avete una grossa lacuna da colmare ;) ). Trama: una frigida e nervosetta casalinga di Baltimora (Tracey Ullman) durante un incidente sbatte la testa contro un tubo di metallo, e dopo essere diventata a causa di ciò una ninfomane con una predilezione per il cunnilingus scopre che chiunque abbia avuto un trauma cranico diventa un sessuomane; si unisce a un movimento di rivoluzione sessuale guidato dal messia/meccanico Ray Ray (Johnny Knoxville), e tutti insieme sconvolgono la città, portando lo scompiglio fra i bigotti, fino a raggiungere uno stato di eccitazione sessuale collettiva che culminerà in una sborrata cosmica che finirà tutta sullo spettatore.
E' evidente che con questo film John Waters ha voluto, pur rimanendo nel solco di tutta la sua precedente produzione, sperimentare qualcosa di diverso, sia come soluzioni visive (il collage di immagini "retrò" che appaiono sullo schermo ogni volta che qualcuno subisce un trauma oppure gli scoiattoli in CGI che s'accoppiano, tanto per fare un paio di esempi) sia come trama, in quanto nonostante non si arrivi alle soluzioni estreme del suo cinema delle origini (vi ricordate Divine che s'era mangiata una vera merda di cane?) si affronta comunque una tematica come il sesso e la depravazione sessuale, che pur essendo stata sempre presente in qualche modo in tutti i suoi film non ne è mai stata protagonista assoluta.
Purtroppo è da segnalare che nonostante tutto ciò il film non brilla particolarmente, e forse gran parte di questo è dovuto alla trama che ben presto si appiattisce in situazioni che si ripetono in modo un po' troppo... ripetitivo. L'unica scena che a un certo punto risolleva un po' le sorti del film - e che a me ha fatto non poco ridere - è il modo in cui riceve una botta in testa (e quindi diventa anch'esso un sessuomane) il marito della protagonista: un aereo diretto a Washington passa sopra Baltimora, su questo aereo c'è David Hasselhoff che va in bagno, caga, la sua merda viene scaricata nell'aere e questa, precipitando verso terra, si solidifica, diventando un macigno che colpisce in testa il suddetto marito della protagonista.
A parte questo, tutte le altre bizzarrie del film non bastano a rendere questo film memorabile rispetto alla cinematografia precedente di Waters, e forse dal 2004 in qua il nostro non ha più fatto film proprio perché la sua ultima opera mostra una, per quanto piccola, parabola discendente. In ogni caso, consiglio comunque ai fan del re del trash la visione di questa pellicola.

giovedì 20 maggio 2010

David Gebroe: Zombie Honeymoon


Cominciamo dalla fine: nonostante il disclaimer dopo i titoli di coda "...and any similarity to the name, character, or history of any person living, dead or living dead is coincidetal and unintentional." che fa sorridere e che ci avverte che si tratta di un'opera di pura fantasia, in realtà i fatti (o per meglio dire i personaggi) sono ben più che ispirati alla realtà. Già a partire dai nomi dei due protagonisti: Denise (la sorella del regista) e Danny (il defunto marito, di cui possiamo anche leggere qualcosa qui) e non ci sarebbe neanche da sottolineare la similitudine tra la morte (reale) sul surf e quella (nel film) sulla spiaggia, appunto dopo aver fatto surf.

Solo che in questo caso la situazione è surreale.
Danny e Denise si sono appena sposati e sono in luna di miele, la felicità che provano non è descrivibile a parole, i fatti ci mostrano quanto siano legati e gli attori riescono benissimo a rendere l'idea. Tutto va per il meglio, fino a quanto, durante una giornata passata al mare, una strana persona uscita dal mare si scaraventa su Danny, vomitandogli in bocca il suo sangue. Entrambi muoiono immediatamente dopo.
Danny viene trasportato d'urgenza in ospedale dove poco più tardi riprenderà conoscenza, sembrando in forma e perfettamente sano.

Poco per volta, però, Danny inizia a sentire delle pulsioni che lo portano a nutrirsi di carne umana, che si fanno sempre più forti e lo costringono a commettere efferati omicidi alla luce del giorno. Come se non bastasse, inizia anche a decomporsi poco per volta, pur mantenendo un po' di lucidità.
Denise passa quindi in brevissimo tempo dall'immensa gioia del matrimonio e l'idea di passare il resto della vita con la persona che ama alla tragedia e alla disperazione di dover dire addio alla persona che conosceva, a ciò a cui più teneva al mondo, vedendolo poco alla volta trasformarsi in un essere che non aveva più niente da offrirle se non una vita di sofferenze.

Il culmine viene raggiunto quando Danny assale la coppia di amici che gli stava facendo visita, Buddy e Nikki. Questa riesce a scappare mentre Denise è ancora legata troppo a Danny e non se ne può allontanare.
La polizia non riuscirà a fermarlo, ma anzi finiranno tutti per essere mangiati, tranne Denise che si
 salverà riuscendo a scappare e, ci viene fatto intuire, ricominciare una nuova vita.

La fusione tra horror e romantico, fa di questo film un prodotto particolarmente interessante sotto diversi aspetti.
Prima tra tutte la metafora per cui lo zombi può essere assimilato ad un alcolizzato o drogato che pian piano si consuma, consumando anche i suoi cari che nonostante si accorgono del problema e cerchino di risolverlo, non possono allontanarsi dalla persona amata nonostante la situazione drammatica.
In questo caso però dopo la morte del "malato" la protagonista non si lascia vincere dalla tristezza e dai rimorsi, ma si fa coraggio e riprende la sua vita, lasciandosi alle spalle i brutti ricordi e continuando ad inseguire i suoi sogni.

Per quanto riguarda l'idea dello zombi in sé, Gebroe non ha voluto limitarsi a riproporre il solito cliché che tutti conosciamo, con orde di non-morti che invadono il mondo, ma ha voluto ridisegnare questa figura a modo suo, rileggendo in parte la maledizione del lupo mannaro (infatti dopo essere morto, Danny ritorna al suo aspetto normale) e prendendo ispirazione dalla natura: come le api dopo aver punto perdono il pungiglione e muoiono, così lo zombi dopo aver vomitato il suo sangue (ed eventualmente contagiato una vittima), finisce anche lui la sua esistenza.

Il film non è troppo impegnativo e si presenta bene, partendo con un clima allegro e particolarmente spensierato, raggiungendo in alcuni attimi picchi da commedia ma mantenendo il suo tono serio e, soprattutto nelle battute finali, cupo.
Il dvd italiano della Gargoyle video è soddisfacente, i sottotitoli in italiano sono buoni ma il doppiaggio nella nostra lingua purtroppo perde molto, consiglio quindi di vederlo in lingua originale e, se necessario, sottotitolato.
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