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venerdì 30 luglio 2010

Stephen, Charles e Edward Chiodo: Killer Klowns from Outer Space

Aggirandomi tra gli scaffali di un noto negozio di elettronica triestino, alla ricerca di un regalo appropriato per un buon amico, qualche mese fa, non potevo proprio prevedere cosa mi sarebbe capitato tra le mani...
Dal grosso cesto del grottesco, i film scontati che bene o male nessuno vuole, rimestando per qualche minuto salta fuori questo titolo...i pagliacci assassini dello spazio? Ma cos'è? E finisco per comprarlo al malcapitato festeggiato assieme ad altri commilitoni del trash.
Tutto finisce dimenticatoio, fino a qualche giorno fa, quando durante una serata a casa sua risbuca il divvuddì incriminato...

La prima cosa che salta all'orecchio (eh, si, proprio all'orecchio^__^) è la musichina del menù: un reprise del classico pezzo da circo, però magnificamente schitarrato da un oramai (ahimè) dimenticato gruppo punk-rock anni 80: i Dickies





Il film risulta essere aldisopra di ogni aspettativa!
In una cittadina americana,Crescent Cove, durante i casti amoreggiamenti giovanili nei parchi notturni, viene avvistata una posticcissima stella cadente, di dimensioni, forme e movenze spropositate... Mike e Debbie, i nostri eroi, una coppia di fidanzatini a dirla loro poco meno che ventenni si precipita sul luogo dell'impatto, scoprendo niente popodimeno che un'astronave a forma di tendone da circo...avventuratisi all'interno vengono subito a conoscenza della verità: dei malvagissimi clown extraterrestri stanno uccidendo gli abitanti della cittadina, conservando i corpi in dei grossi bozzoli di zucchero filato. Il loro monito alle forze dell'ordine però serve a ben poco: la centrale di polizia consta di ben 2 (e dico DUE) agenti: l'uno troppo prevenuto contro i giovani (ubriaconi fancazzisti e delinquenti) l'altro coinvolto emotivamente...trattasi infatti dell'ex fidanzato della protagonista, poco disposto ad archiviare la storia. E' solo dopo aver visto in azione i clown assassini che il giovane poliziotto si convincerà del pericolo e aiuterà Mike a liberare il paesino dagli alieni abbattendoli come si conviene a ogni clown: scoppiandogli il naso!
Finale decisamente appropriato con comparsa del gigantesco "clownzilla" abbattuto dall'eroico poliziotto Dave, in un modo tutto da scoprire...


Film scorrevolissimo e a mio avviso geniale per quanto riguarda tutto ciò che concerne i clown: Dall'astronave a forma di circo al gigantesco pagliaccio finale, passando per le "torte acide" e il pistolone sparapopcorn (al quale va una menzione: le tracce di popcorn attacate ai due giovani malcapitati vengono seguite da un cagnolino fatto di palloncini dai clown...ma quando pensi di esserti dimenticato del popcorn scopri che può mutare in dei simpaticissimi e dentuti pagliacetti-serpentello, terrore di ogni lavandaia quando escono dal cesto della roba sporca!)

Nasce come primo lungometraggio diretto e sceneggiato dai fratelli Chiodo, inizialmente stroncato ma che poi, grazie a un notevole successo di pubblico e a una maggiore facilità di "passaparola" è divenuto un vero e proprio cult del genere "B".

In definitiva un'ottimo modo di trascorrere una piacevole serata, come consiglia il retrocopertina, in compagnia di qualche amico e un paio di birre.

martedì 11 maggio 2010

Marco Antonio Andolfi: La croce dalle Sette Pietre

Scritto, diretto e interpretato (con lo pseudonimo di Eddy Endolf) da Marco Antonio Andolfi, questo agghiacciante film, noto anche come Il Lupo Mannaro Contro la Camorra si svolge in quel di Napoli, dove il protagonista Marco Sartori arriva da Roma per far visita ad una cugina che non vedeva da tempo.
Purtroppo sappiamo che non si può parlar di Napoli senza metterci di mezzo la criminalità e infatti proprio poco dopo il suo arrivo viene derubato della croce (quella del titolo, per intenderci) che portava al collo.

Quella pietra gemmata è molto preziosa, non tanto a livello monetario, quanto affettivo se non addirittura "mistico", trattandosi di un regalo della madre, defunta quando Marco era ancora in fasce.
Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che portare indossare quell'amuleto è l'unico modo che ha Marco di non trasformarsi in un mostro assetato di sangue al calar delle tenebre.
Ogni notte, infatti, a mezzanotte il giovane si trasforma in bestia, ammazzando chiunque gli capiti tra le mani e fortunatamente si tratta sempre di malviventi, incontrati durante la sua indagine per recuperare il ciondolo.

Il motivo per cui Marco è colpito da questa maledizione verrà svelato nel corso della vicenda, quando lui stesso spiega che la madre faceva parte di una setta che praticava le arti oscure e avendo evocato il demone Aborym venne da lui fecondata, dando alla luce, appunto, Marco.

A lasciare più di ogni altra cosa il segno è, a parer mio, il sogno che Marco fa quando rimane privo di coscienza dopo esser stato malmenato da un gruppo di delinquenti e nel quale rivede le vicende che gli sono appena accadute, oltre a quelle che dovranno ancora succedere, il ché fa pensare o ad un errore di montaggio.
Altri elementi da non sottovalutare sono trucco e costumi, primo tra tutti quello del lupo mannaro, che consta semplicemente di un paio di guanti, una maschera e una conchiglia, il tutto rigorosamente pelosi e che lascia scoperto il resto del corpo ed in secondo luogo quello usato per il demone Aborym, che ricorda da vicinino Chewbacca ma puntando al risparmio.

La pochezza della recitazione non stupisce, dato che il "frontman" nonché tuttofare di questa produzione è al suo primo lavoro come scrittore, regista, responsabile degli effetti speciali e che ha lavorato in soltanto un paio d'altri film; viste queste premesse possiamo, anche prima di vederlo, essere praticamente certi dell'alta probabilità di trovarsi davanti ad un prodotto alquanto scarso. E così è.
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