martedì 11 maggio 2010

Marco Antonio Andolfi: La croce dalle Sette Pietre

Scritto, diretto e interpretato (con lo pseudonimo di Eddy Endolf) da Marco Antonio Andolfi, questo agghiacciante film, noto anche come Il Lupo Mannaro Contro la Camorra si svolge in quel di Napoli, dove il protagonista Marco Sartori arriva da Roma per far visita ad una cugina che non vedeva da tempo.
Purtroppo sappiamo che non si può parlar di Napoli senza metterci di mezzo la criminalità e infatti proprio poco dopo il suo arrivo viene derubato della croce (quella del titolo, per intenderci) che portava al collo.

Quella pietra gemmata è molto preziosa, non tanto a livello monetario, quanto affettivo se non addirittura "mistico", trattandosi di un regalo della madre, defunta quando Marco era ancora in fasce.
Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che portare indossare quell'amuleto è l'unico modo che ha Marco di non trasformarsi in un mostro assetato di sangue al calar delle tenebre.
Ogni notte, infatti, a mezzanotte il giovane si trasforma in bestia, ammazzando chiunque gli capiti tra le mani e fortunatamente si tratta sempre di malviventi, incontrati durante la sua indagine per recuperare il ciondolo.

Il motivo per cui Marco è colpito da questa maledizione verrà svelato nel corso della vicenda, quando lui stesso spiega che la madre faceva parte di una setta che praticava le arti oscure e avendo evocato il demone Aborym venne da lui fecondata, dando alla luce, appunto, Marco.

A lasciare più di ogni altra cosa il segno è, a parer mio, il sogno che Marco fa quando rimane privo di coscienza dopo esser stato malmenato da un gruppo di delinquenti e nel quale rivede le vicende che gli sono appena accadute, oltre a quelle che dovranno ancora succedere, il ché fa pensare o ad un errore di montaggio.
Altri elementi da non sottovalutare sono trucco e costumi, primo tra tutti quello del lupo mannaro, che consta semplicemente di un paio di guanti, una maschera e una conchiglia, il tutto rigorosamente pelosi e che lascia scoperto il resto del corpo ed in secondo luogo quello usato per il demone Aborym, che ricorda da vicinino Chewbacca ma puntando al risparmio.

La pochezza della recitazione non stupisce, dato che il "frontman" nonché tuttofare di questa produzione è al suo primo lavoro come scrittore, regista, responsabile degli effetti speciali e che ha lavorato in soltanto un paio d'altri film; viste queste premesse possiamo, anche prima di vederlo, essere praticamente certi dell'alta probabilità di trovarsi davanti ad un prodotto alquanto scarso. E così è.

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