martedì 4 maggio 2010

John G. Avildsen: Rocky

Parlare di un classico può essere estremamente difficile, come fin troppo facile.
Io sono per l'estremamente difficile.

Non c'è bisogno di sprecarsi a parlare della trama, poiché tutti la dovrebbero conoscere.
E chi non la conoscesse farebbe meglio ad andare subito a vedersi il film, perché è un capolavoro, nella sua semplicità.
Ma visto che sono buono vi faccio comunque un riassunto:
Rocky è un pugile sulla via del fallimento, ha trent'anni e non ha mai combinato niente di buono, né come sportivo né nella vita.
Tutto cambierà quando il campione del mondo in carica lo sfiderà a battersi per il titolo.

È interessante vedere come un tempo i film anche meno impegnati e più incentrati sugli ormai classici protagonisti "machi" fossero più strutturati di quelli che possiamo vedere ora nelle sale, dedicando molta più attenzione alla parte psicologica delle vicende, alla caratterizzazione dei personaggi e ai rapporti che intercorrono tra questi.
Parlando in particolare di Rocky, anche se nell'immaginario collettivo rimangono bene impressi i suoi allenamenti e il combattimento contro Apollo Creed, ben poco tempo delle quasi due ore di durata viene dedicato a immortalare queste scene, mentre più e più volte entreranno in scena Adriana e Paulie, rispettivamente fidanzata e amico di Rocky (nonché fratello e sorella) sottolineando i rapporti intercorrenti tra loro e i loro sviluppi (Rocky che fa di tutto per conquistare Adriana, la gelosia di Paulie e il suo attaccamento alla bottiglia, la sfiducia di Rocky nei confronti del combattimento che dovrà affrontare).

Nonostante la apparente semplicità, questo film regala non poche emozioni, lasciandoci con un finale addirittura quasi commovente.

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