mercoledì 26 maggio 2010

Pete Docter: Up

Il regista è lo stesso di Monsters & Co, nonché scrittore di entrambi questi lavori oltre che dei due Toy Story, quindi per chi ha visto e apprezzato i precedenti film, sa più o meno cosa ci si possa aspettare da UP.

Inizio con la consueta premessa che la versione originale - soprattutto se vista al cinema a Londra - è nettamente superiore al doppiaggio italiano, per i soliti motivi: l'intonazione nelle battute è sempre quella giusta, gli accenti sono messi sulle parole giuste, insomma non ci sono pericoli di incomprensione sul significato delle battute quando le si recitano in lingua originale... ma questi sono discorsi da teoria della traduzione e non ci interessano in questo momento.

Parliamo del film: come ormai da anni siamo abituati per le animazioni targate Disney & Pixar, tutto è perfetto. I paesaggi, i personaggi, le ambientazioni, tutto è realizzato ad opera d'arte, i movimenti sono fluidi e naturali, tanto che se non fosse per i - bellissimi - colori sgargianti e alcune forme un po' esagerate, potrebbe venire il dubbio che si tratti della realtà piuttosto che di un'animazione. I ragazzi sanno fare il loro lavoro. E ovviamente come di consueto il punto forte è quel miscuglio di sentimentalismo strappalacrime con le continue battute e personaggi sciocchi, il tutto tenuto insieme da qualche sequenza d'azione che non guasta mai.


Nei primi minuti di film ci viene mostrata la vita del protagonista, Carl Fredricksen, a partire dall'incontro in gioventù con Ellie, che con il passare degli anni diventerà sua moglie. La felicità di una vita perfetta e colma d'amore viene con il passare degli anni spezzata prima da una spontanea interruzione di gravidanza (peraltro presentata con musica e senza dialoghi, lasciando solamente intuire cosa sia successo, a mio avviso un ottimo modo di non far pesare troppo la cosa ai bambini) e poi, più tardi, con la morte di Ellie.
Per oltre settant'anni i due hanno vissuto con l'ambizione di raggiungere le Cascate Paradiso, terra popolata da creature misteriose.
Il vecchio Carl, ormai solo e costretto a lasciare la propria casa alla mercé di una spietata impresa di costruzioni, decide di evitare un futuro in casa di riposo, scappando per dirigersi in Sud America per coronare il suo sogno. Ciò che è estremamente strano - nonché folle - di questa fuga è che se ne va portandosi via tutta la casa, sradicata dalle fondamenta e fatta fluttuare nell'aria per mezzo di un'infinità di palloncini ma scoprirà presto di non essere solo, quando un giovane boy scout busserà alla porta della sua casa volante. E questo sarà l'inizio di una divertente avventura.

I due protagonisti sono simili a loro modo, da una parte un vecchio che ha perso il grande amore della sua vita, in cerca di realizzare il loro sogno comune, dall'altra un ragazzino con un padre e una matrigna che lo trascurano, con un grande bisogno di essere valorizzato e sostenuto, entrambi in cerca - inconsapevolmente -  di un po' d'affetto.

Nel complesso è divertente, fa pensare e tocca un po', soprattutto nella parte iniziale, ma non stanca né annoia, anzi tiene incollati allo schermo fino alla fine dei titoli di coda.


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