venerdì 28 maggio 2010

E.B. Clucher (Enzo Barboni): Ciao nemico

Il nome Enzo Barboni è indissolubilmente legato a quello di Bud Spencer e Terence Hill, dato che oltre a essere stato il creatore degli amatissimi personaggi Trinità e Bambino annovera poi nella sua filmografia quasi esclusivamente film con protagonisti Bud e Terence, da soli o più spesso in coppia. Questo ovviamente perché il sodalizio fra i tre era una ricetta sempre vincente, e Barboni dava il meglio di sé con questi due attori, mentre i risultati erano parecchio inferiori in quei pochi film che ha realizzato senza di loro (basti guardare "Anche gli angeli tirano di destro", sequel bruttarello del bellissimo "Anche gli angeli mangiano fagioli", o il veramente pessimo "Trinità e Bambino... e adesso tocca a noi!").
Il film di cui parliamo oggi fortunatamente non tenta di mettere in scena due sostituiti/cloni di Bud Spencer e Terence Hill, e forse per questo non è proprio di basso livello come i due film sopracitati... la trama ruota attorno a due commandos di soldati, uno americano e uno italiano, entrambi col compito di distruggere un ponte di epoca romana perché si trova in una zona strategica sia per gli alleati che per le forze dell'asse (siamo nel 1943, poco dopo lo sbarco delle forze alleate nel suditalia); i due contingenti però fanno amicizia e mettono in piedi una trovata per mandare all'aria i piani dei rispettivi superiori, evitando così di distruggere questa meraviglia architettonica...
Come potete capire siamo di fronte a una pellicola che, in maniera molto farsesca e scherzosa (possiamo dire anche molto leggera), prende in giro la guerra e tutte le macchinazioni che le stanno dietro (per esempio, l'ufficiale americano che vuole far saltare il ponte usa la carriera militare per future ambizioni politiche); i personaggi sono tutti alquanto macchiettistici, e vale la pena citare nel contingente americano un pellerossa con tanto di Winchester e un gangster italoamericano armato di Tommy Gun e cappello fedora in testa, mentre fra gli italiani non mancano gli stereotipi regionali come l'alpino veneto o il pigrissimo napoletano.
Passando a un giudizio sul film, la prima parte della pellicola scorre bene, purtroppo poi (quando i due commandos si separano dopo aver pianificato come salvare il ponte) il film si perde in un sacco di trovate più o meno eccessivamente sceme che si ammucchiano l'una sull'altra. Peccato perché forse sarebbe bastato poco per essere di fronte a qualcosa di un po' migliore, specialmente avendo per le mani un cast notevole (Giuliano Gemma e Johnny Dorelly sono i protagonisti, ma come comprimari hanno tutta una serie di caratteristi italiani di buon livello come Sal Borghese, Massimo Lopez ecc.). Quindi siamo di fronte a uno di quei film in cui ci si rende conto, guardandolo, che avrebbe potuto essere qualcosa di un pelino migliore; nonostante questo, è un buon esempio di cinema nazional-popolare italiano del passato a cui guardare, almeno dal mio punto di vista, con qualche nostalgia.

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