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giovedì 15 settembre 2011

Andrzej Bartkowiak: Street Fighter - La leggenda (The legend of Chun Li)

Per completezza, anche la locandina del film è brutta
Trama: Chun Li è una pianista famosa che ha praticato un po' di arti marziali nel tempo libero, ma a un certo punto abbandona tutto e va in Thailandia a far la poveraccia e a cercare il padre, rapito da Bison quando era piccola. Qui incontrerà qualche altro personaggio di Street Figher e faranno un po' a botte ogni tanto.

Si tratta veramente di un filmaccio, ma non nel senso del primo Street Fighter con Van Damme, che era un'idiozia ma divertente perché era tutto molto ironico (volontariamente e involontariamente). Qui ci si prende decisamente troppo sul serio, propinando una sfilza di personaggi uno più odioso e stupido dell'altro, a cominciare dalla protagonista. Non so veramente che altro pensare quando vedo Chun Li che si fa la pettina del videogioco per andare in disco (con un'entrata in pista a trottola che mi ha causato un attacco d'ilarità) per sedurre la complice lesbica di Bison, o Bison stesso che da dittatore e leader di un'organizzazione paramilitare è trasformato in un mafiosetto leccato (con la ridicola sottotrama della figlia e della giovane moglie sventrata a mani nude); Vega vecchio e incapace fa scappar dal ridere, Balrog è la dimostrazione che Michael Clarke Duncan ha lasciato la parte buona della sua carriera alle spalle. La coppia di poliziotti che flirtano per tutto il film è insopportabile... in conclusione vien voglia di veder tornare Bison interpretato da Raoul Julia fare fuori tutta sta manica di deficenti (compreso il suo alter ego albino) e conquistare questo paese dell'estremo oriente popolato solo di occidentali a parte le comparse, come nei film di Godfrey Ho insomma.

Bruttura veramente brutta, per di più con titolo italiano ingannevole così da far credere all'ingenuo videonoleggiatore che si tratti di un nuovo film su Street Fighter quando in realtà ci si ritrova a guardare Julia - la strada della felicità in versione arti marziali. E pure il doppiaggio italiano è da telenovela (se lo vedete vi scapperà da ridere ogniqualvolta sentirete pronunciare Shadaloo "sssciadalàu").

mercoledì 1 settembre 2010

Harald Zwart: The Karate Kid

Ci sarebbe molto di che discutere in proposito di questo autodichiaratosi remake (come del resto sta succedendo troppo spesso) ma che con il film originale c'entra poco o nulla. Sarà mica una scusa per non essere criticati per il fatto di aver rubato l'idea da qualcun'altro e aver successo con idee non proprie? Se così fosse vorrei sottolineare che a mio avviso un'accusa di plagio è meno importante di quella d'aver rovinato un bel film. Ma ognuno è libero di pensarla diversamente.

Sì, lui picchia tutti in una scena, l'unica per cui
valga la pena vedere il film.

Cosa ci troviamo davanti allora quando decidiamo di guardare The Karate Kid edizione 2010?
Avete pensato al karate?

Vi sbagliate.

Ci sarà un motivo se è stato ribattezzato (giustamente) Kung Fu Kid (e per esser un pignolo praticante di arti marziali lo trasformerei in Wushu Kid, che forse suona anche meglio). Ebbene sì, la presenza di Jackie Chan come insegnante e il fatto che il film sia ambientato in Cina sono degli indizi non da poco per accorgersi che di karate non si parla affatto. Personalmente, si tratta anche dell'unico motivo che mi ha spinto a vedere il film.

Un riassunto della trama:
bambino di colore (Jaden Smith, il figlio di Will) con madre di colore si trasferisce in Cina per lavoro. Di lei, non di lui, mica sono sfruttatori, lui va a scuola e lì conosce una ragazzina che gli piace molto, ma viene picchiato dai bulletti che le girano attorno. Ovviamente cinesi, qui il razzismo è di casa.
Ecco come NON tenere un guardia.
Lui stufo di essere maltrattato scopre per caso che il custode dello stabile dove vive è nientemeno che Jackie Chan che nell'unica scena valida del film picchia i ragazzini cattivi e gli spacca i maroni finché questo non accetta di insegnarli il kung fu.
A questo punto inizia il noioso e poco credibile allenamento, ispirato ovviamente all'originale The Karate Kid che in un mese porterà Dre (questo il nome del protagonista) sul ring del torneo di legnate locale in cui si scontrerà con i cattivi e vissero felici e contenti.

Evitatelo.
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