sabato 23 giugno 2012

Drew Goddard: The Cabin In The Woods


Immaginatevi un mix (riuscitissimo) de La Casa 2 e The Cube e preparatevi a un'ora e mezza di comicità e horror vecchio stile come non se ne vedevano da molto tempo.


The Cabin in the Woods ha in sè tutti gli elementi per attirare gli occhi dello spetattore sullo schermo, inoltre a renderlo "originale" è la cornice entro la quale si svolgono i fatti. Il bosco e la casa di legno non sono altro che elementi all'interno di un laboratorio, isolato dall'ambiente circostante mediante un'invisibile rete magnetica. Un gruppo di ragazzi non potrà immaginare cosa gli aspetterà di vivere durante il week end al lago, presso la casetta di legno e ancora meno sapere cosa si cela sotto la superficie.

Il film, nonostante duri solo un'ora e mezza, è divisibile in due parti: la prima è un classico soggetto horror in linea con La Casa 2, da cui tra diversi spunti ma li sviluppa in un modo che è direttamente collegato con la seconda parte della pellicola, più sullo stile di The Cube per poi sfociare in un mix tra questi due film cult.

Insomma, non si tratta del solito horror anni '80 con un gruppetto di ragazzi che va a passare il fine settimana nel bosco, nulla infatti è lasciato al caso e, se è vero che molti elementi si ispirano a ben più famose pellicole clichè horror, riesce perfettamente nell'intento di dar vita a un nuovo genere di horror.

Lo spettatore avrà modo di godere di tutti gli elementi del caso durante la durata del film, scene comiche ma non banali, che vanno proprio a criticare le sceneggiature dei film horror di una volta (esempio: "dobbiamo dividerci così riusciamo a lavorare meglio" e il genio di turno risponde stizzito "ma parli sul serio?!"), poi scene di suspance e da slasher movie non mancheranno affatto e saranno di grande impatto.


Nella seconda parte invece avremmo modo di assistere a scene d'azione cariche di adrenalina, ma non voglio rovinarvi lo spettacolo a cui andrete ad assistere.



Voto: 8

domenica 10 giugno 2012

Ridley Scott: Prometheus

                                                                           
Breve Sinossi


Nel 2089 una coppia di archeologi scopre un indizio sull'origine della razza umana, questa scoperta li porterà ad esplorare su un remoto satellite una struttura piramidale al cui interno si cela la verità su come il DNA umano comparve sul pianeta Terra.

Recensione

Il progetto inizialmente fu concepito come un prequel di Alien, ma ben presto Prometheus divenne l'intento per qualcosa di più esteso, l'ambizione di Ridley Scott fu quella di dirigere un film che potesse fungere da ponte tra la saga di Alien e tra un film "fanta-mitologico" sull'origine della razza umana.

Il film riesce pienamente nell'intento di colmare le lacune della saga e nel contempo a sviluppare una trama parallela (quella principale) che si discosta dall'universo di Alien e si concentra sul come la razza umana abbia avuto origine (Scott si avvale della Teoria della Panspermia, durante il film scopriamo qual'è stata la fonte che distruibuì il DNA primordiale sul nostro pianeta).
Avvalendosi inoltre delle tecnologie di ripresa post-Avatar, Scott ci presenta scenografie che tolgono letteralmente il fiato, ci introduce ad elementi figurativi maestosi e solenni, grazie anche alla collaborazione con l'artista Giger (già collaboratore come visual artist in Alien e Aliens), per quasi due ore la colonna sonora ci guiderà attraverso scene d'azione spettacolari e momenti di pura suspance.


Alla fine lo spettatore potrà dirsi soddisfatto perchè con un ritmo entusiasmante scoprirà nuovi elementi man mano che il film prosegue, i principali interrogativi verranno risolti e alla fine se ne aggiungeranno di nuovi, lasciando un finale aperto che fa sperare in un sequel che possa indagare ulteriormente su un Mondo (quello di Alien, degli Space Jockey che in Prometheus sono gli assoluti protagonisti) che lo stesso Ridley Scott ha definito già nel 1979 e che dopo 33 lunghi anni ci esalta ancora.


Voto: 9/10

PS: ho scelto di non voler spoilerare nulla, poichè il film ad ogni scena descrive elementi nuovi (di natura organica e inorganica, a buon intenditore poche parole) e siccome il fine ultimo del film è di dare spiegazioni, evito di rovinarvi la sopresa. Spero solo che in questa mia breve recensione (forzatamente breve, vedi sopra) troviate lo stimolo in più per andarlo a vedere (il 19 ottobre in Italia, ma in altri paesi quest'estate) e vi assicuro che resterete con gli occhi fissi sullo schermo per tutta la durata del film.



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