Molti di voi avranno visto qualche film con Michael Coby e Paul Smith, i due sosia di Bud Spencer e Terence Hill, che hanno recitato in una manciata di film che molto spudoratamente tentavano di sfruttare il successo di Lo chiamavano Trinità e sequel (con tanto di stessi doppiatori degli originali, Glauco Onorato e Pino Locchi, per indurre ancor più in inganno gli spettatori). Questo è il loro terzo film, in cui interpretano due rissosi fratelli - uno forzuto ma tontolone e uno smilzo e furbo - che partecipano a una gara di corse il cui premio è l'assegnazione di una concessione di trasporti nella zona; la vincono, grazie all'ausilio di un paio di automobili e di deltaplani.
Bisogna dire che, fra tutti e 5 i film con questa coppia plagiatoria, questo è il più indigesto, per vari motivi: il film avrebbe anche certe pretese, come quella di mostrare l'avanzamento del progresso anche nel west con l'arrivo delle auto e cose così, ma quest'ambientazione primonovecentesca mezza western e mezza no sembra un miscuglio fra Lo chiamavano Trinità e Anche gli angeli mangiano fagioli, generando un certo disorientamento nello spettatore. Oltre a questo, le pretese di questo film mal si conciliano con gag idiote ripetute all'infinito, battute pecorecce e una colonna sonora degna del peggior film di Pierino. Insomma, un regista come Gianfranco Parolini, che pur nella sua modestia altrove ha avuto per le mani gente come Lee Van Cleef o Yul Brynner con ottimi risultati, qui ha fatto un passo falso, realizzando un film che vi rimarrà sullo stomaco per parecchie ore; non tanto per il fatto dei cloni, che negli altri film diretti da Ferdinando Baldi o Giuliano Carnimeo ancora ancora si lasciano guardare, ma per il fatto di aver voluto fare un film troppo "ambizioso" e sgangherato rispetto ai mezzi che aveva a disposizione.
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