mercoledì 1 settembre 2010

Harald Zwart: The Karate Kid

Ci sarebbe molto di che discutere in proposito di questo autodichiaratosi remake (come del resto sta succedendo troppo spesso) ma che con il film originale c'entra poco o nulla. Sarà mica una scusa per non essere criticati per il fatto di aver rubato l'idea da qualcun'altro e aver successo con idee non proprie? Se così fosse vorrei sottolineare che a mio avviso un'accusa di plagio è meno importante di quella d'aver rovinato un bel film. Ma ognuno è libero di pensarla diversamente.

Sì, lui picchia tutti in una scena, l'unica per cui
valga la pena vedere il film.

Cosa ci troviamo davanti allora quando decidiamo di guardare The Karate Kid edizione 2010?
Avete pensato al karate?

Vi sbagliate.

Ci sarà un motivo se è stato ribattezzato (giustamente) Kung Fu Kid (e per esser un pignolo praticante di arti marziali lo trasformerei in Wushu Kid, che forse suona anche meglio). Ebbene sì, la presenza di Jackie Chan come insegnante e il fatto che il film sia ambientato in Cina sono degli indizi non da poco per accorgersi che di karate non si parla affatto. Personalmente, si tratta anche dell'unico motivo che mi ha spinto a vedere il film.

Un riassunto della trama:
bambino di colore (Jaden Smith, il figlio di Will) con madre di colore si trasferisce in Cina per lavoro. Di lei, non di lui, mica sono sfruttatori, lui va a scuola e lì conosce una ragazzina che gli piace molto, ma viene picchiato dai bulletti che le girano attorno. Ovviamente cinesi, qui il razzismo è di casa.
Ecco come NON tenere un guardia.
Lui stufo di essere maltrattato scopre per caso che il custode dello stabile dove vive è nientemeno che Jackie Chan che nell'unica scena valida del film picchia i ragazzini cattivi e gli spacca i maroni finché questo non accetta di insegnarli il kung fu.
A questo punto inizia il noioso e poco credibile allenamento, ispirato ovviamente all'originale The Karate Kid che in un mese porterà Dre (questo il nome del protagonista) sul ring del torneo di legnate locale in cui si scontrerà con i cattivi e vissero felici e contenti.

Evitatelo.

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