lunedì 21 novembre 2011

Tom Six: The Human Centipede II

100% medically INaccurate.
 Se è fatto per far schifo, e credo proprio che sia questo il suo intento, allora ha colpito perfettamente il bersaglio. Ma non come possono credere i più, per la quantità di sangue e merda che traboccano e schizzano in giro durante tutto il film.

Attenzione, da qui in avanti spoilero tutto.


Ma non c'è molto da rovinare.

Non è un granché.

Fa cagare.

Giuro.

Allora perché fa schifo The Human Centipede 2, se non tanto per la componente splatter? Facile: il protagonista. Un ritardato ciccione di merda. Non me ne vogliano i ritardati ciccioni di merda, non è una cosa personale. Bene, ora metà di coloro che leggeranno la recensione (cioè circa una persona e mezza) salterà sulla sedia indignandosi perché non si può dire "ritardato ciccione di merda". Ma non siamo in tv e quindi si può. E aggiungerei pure che ci sono delle ottime motivazioni per questo appellativo. Eccole:
  • ritardato - ha subito violenze dal padre da bambino e, nonostante abbia ormai raggiunto la mezza età, vive ancora con la madre che gli dà la colpa della prigionia del marito. Soffre di evidenti turbe mentali. Non parla, è ossessionato dai millepiedi e dal film The Human Centipede. Ulteriore prova dei suoi disturbi è che non apre mai bocca se non per leccarsi le dita o urlare (di gioia o dolore a seconda dei casi);
  • ciccione - basta guardarlo, è grasso. Molto;
  • di merda - il fatto di essere malato non giustifica ciò che fa, ossia rapire, uccidere e torturare persone per il suo puro piacere. Chiunque faccia volontariamente il male del prossimo deve poter essere additato come stronzo. E tanto più se non fosse ritardato.
Ora, chiusa la piccola partentesi sul perché mi permetto di usare appellativi non politicamente corretti, proseguiamo con un piccolo riassunto della trama.
C'è un ritardato ciccione di merda che si fissa di brutto su The Human Centipede, talmente tanto da voler ripetere lui stesso l'esperimento, ma non con sole 3 persone. Bensì 12. Allora approfittando del suo lavoro di custode in un parcheggio, rapisce le sue vittime per attaccarle bocca-culo, dimenticando però di non avere la minima competenza in campo chirurgico, né tantomeno gli strumenti necessari ad una tale operazione.
E chiaramente va a finire tutto in merda.

Il protagonista riesce a trasmettere e sviluppare un senso di fastidio elevato e via via sempre crescente, che fa venir voglia di strangolarlo con le proprie mani, per porre fine alla sua e, soprattutto, alla propria sofferenza.

Da vedere solo se si ha una particolare voglia di vedere una versione più degradata del capitolo precedente.

Provate a dirmi che
non vi vien voglia di fargli de male...


giovedì 17 novembre 2011

Gaspar Noé: Irreversible

Un film che è diventato famoso per una scena di stupro. Potrebbe bastare questo a descrivere Irreversible, che tanto scalpore ha fatto a partire dalla sua presentazione al festival di Cannes del 2002 (porto come esempio la recensione del Guardian). C'è chi apprezza questo genere e chi lo odia, difficile porsi nel mezzo. E visto che non mi piace fare le cose facili, mi metto esattamente a metà tra l'adorazione e il disgusto, giusto per ricordare cosa ho provato al vedere A Serbian Film.


Perché l'adorazione:
Scoprire poco alla volta i fatti che hanno preceduto una vicenda di violenza, addentrandosi nella vita dei personaggi seguendo un filo cronologico che invece di sciogliersi si arrotola, un viaggio nel tempo a ritroso che svela la verià poco alla volta, mostrando la vita dei protagonisti nella loro semplicità e, perché no, tristezza e pateticità. Lo stile della telecamera in continuo movimento può risultare fastidioso, ma in gran parte delle occasioni regala un senso di autenticità alla pellicola.

Perché il disgusto:
Una violenza esagerata, che scopre la orrida realtà senza usare mezzi termini. Violenza fisica e carnale, lanciata sullo schermo per disgustare e annichilire lo spettatore, apparentemente senza motivo. Ma il motivo c'è ed è quello di creare un riflesso nella nostra testa, che ci faccia rendere conto del male che possiamo farci con i nostri errori e con le nostre scelte. E se anche spesso è colpa nostra, non sempre possiamo fare qualcosa per evitare il peggio. E quando il peggio arriva, ormai è troppo tardi per tornare indietro e pentirsi per ciò che si è o non si è fatto. La realtà a cui ci mette davanti questo film è dura e dolorosa, ma non possiamo negarla.

Di certo non una visione per tutti. Ci vuole un po' di stomaco. Ma soprattutto di testa, altrimenti si rischia di vederlo solamente per lo schifo che ci mette davanti agli occhi e non per (anche) i contenuti più profondi, celati ai più.

Nel cast segnaliamo Monica Bellucci, Vincent Cassel e Albert Dupontel.

"Le temps detruit tout", il tempo rovina tutto, e Irreversible ce lo dimostra nel migliore dei modi.

Tarsem Singh: Immortals

Dai produttori di 300... Immortals! Un film praticamente identico a 300 ma con lievissime differenze nella trama!


Non nutrivo grandi aspettative nei confronti di questo film, forse perché non sono un ammiratore del regista (The Cell e The Fall) o per la sfiducia che provo da un po' di tempo nei confronti degli scrittori alle -seppur quasi- prime armi (Charley Parlapanides e Vlas Parlapanides), come era capitato nel caso di Predators. Ciò che probabilmente ha incuriosito gran parte degli spettatori è stata la sbandierata produzione, la medesima di 300, con il quale infatti questo Immortals ha un bel po' in comune.

Trama: il giovane Teseo vuole vendicarsi contro Iperione (un più che mai truce Mikcey Rourke) , Re conquistatore che gli ha distrutto il villaggio e ucciso la madre. Nel provarci, si troverà a dover guidare i greci nella lotta contro quest'ultimo, intenzionato a liberare i titani, acerrimi nemici degli Dei dell'Olimpo.

Tra un grido di vendetta, un amoreggiamento e qualche incursione di Dei desiderosi di dare una mano (nonostante l'assoluta contrarietà di Zeus ad intervenire negli affari degli umani), la corsa contro il tempo di Teseo per salvare quel che resta del mondo ellenico si fa sempre più frenetica e gli orrori della malvagità di Iperione si fanno sempre più pressanti. Ma con l'aiuto dell'oracolo (Freida Pinto) riuscirà ad andare fino in fondo alla questione.

Nulla da eccepire dal punto di vista tecnico, di qualità molto elevata come ci ha del resto abituato il cinema di Hollywood, ma non si può non storcere almeno un po' il naso di fronte alla storia poco originale se non addirittura a tratti banale o prevedibile. Al regista, Tarsem Singh,va riconosciuta una spiccata abilità nell'uso della macchina da presa, soprattutto nei grandi spazi aperti e non è necessario essere critici esperti per notare il tocco dei produttori di 300, soprattutto negli stili di combattimento e nelle coreografie.

Risulta forse troncato il finale, come spesso capita troppo sbrigativo, ma nell'insieme è godibile e si lascia guardare senza problemi, senza lasciare questioni poco chiare o irrisolte ma, sempre per rimanere fedeli alla tradizione, lasciando aperta la possibilità di un seguito.

mercoledì 9 novembre 2011

Parte il Science Plus Fiction 2011

Ricevo e pubblico la newsletter de La Cappella Underground:
Al via domani, giovedì 10 novembre, l’undicesima edizione di Science+Fiction – Festival Internazionale della Fantascienza, che ritorna sugli schermi del multiplex Cinecity / The Space (Torri d’Europa) a Trieste dal 10 al 13 novembre 2011.
Un’edizione intensa, ricca di prestigiosi ospiti e di attese anteprime, a partire dal film di apertura, Monsters di Gareth Edwards (il regista sarà presente in sala), pellicola low budget già diventata un caso cinematografico, che mescola road movie, sci-fi e romance; e dall’ultimo lavoro di Werner Herzog, il documentario Cave of Forgotten Dreams, girato in 3D e incentrato sulla Grotta Chauvet in Francia, famosa per i suoi dipinti preistorici.
Inoltre, in occasione della Giornata Mondiale della Scienza, come evento inaugurale di Trieste Science+Fiction in collaborazione con l'International Centre for Theoretical Physics verrà proiettato il documentario Abdus Salam. The Dream os Symmetry, diretto da Diego Cenetiempo e scritto da  Giuseppe Mussardo, dedicato al grande scienziato fondatore dell'ICTP di Trieste e Premio Nobel per la Fisica nel 1979. La proiezione è a ingresso libero.
Una grande giornata inaugurale, in attesa dell’arrivo a Trieste di  George Romero che da venerdì sarà ospite della kermesse e che nei prossimi giorni riceverà il Premio Urania d’Argento alla Carriera per mano del maestro del brivido Dario Argento. Intanto, la città si è preparata ad accoglierlo.
In concomitanza con il festival e negli spazi del centro cittadino, prenderanno il via due iniziative collaterali. Presso i Giardini di Piazza Sant'Antonio dal 9 al 13 Novembre SpaceOpera di Matteo Gagliardi. Un viaggio nel sistema solare di 40 minuti a bordo di un'astronave aliena, con voce narrante di Ottavia Piccolo e colonna sonora d'eccezione: "The Planets" di Gustav Holst, primo film a 360° di produzione italiana proiettata all'interno di una cupola itinerante metallica di 7 metri per 50 posti disponibili. Spettacoli dalle 10 del mattino alle 10 di sera ogni ora, ingresso ridotto per accreditati Science+Fiction.
Inoltre, il festival si lega ancora una volta all'arte e alla scienza promuovendo, giovedì 10 novembre alle 16.30 presso la Sala Comunale d'Arte (piazza Unità d'Italia, 4), una dimostrazione del CuBIT, ideato da Alessio Iurman, nell’ambito della sua mostra personale CuBIT-La forma del pensiero razionale. L’autore dimostrerà il funzionamento di questo suo bizzarro oggetto che sta a cavallo tra l'arte concettuale e la scienza. CuBIT è un inedito “abaco” per il calcolo logico elementare, con funzioni solo in parte simili a quelle che la storica Tavola Pitagorica riveste per il calcolo aritmetico.
Maggiori informazioni su www.scienceplusfiction.org e presso l’Infopoint del festival all’Hotel Continentale (via San Nicolò 25).
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...