venerdì 3 agosto 2012

Stuart Hazeldine: Exam


Otto candidati per un posto di lavoro tra i migliori che si possano immaginare. Peccato che nessuno sappia esattamente di cosa si tratti. L'unica cosa certa, è che porterà un sacco di soldi e per questo ognuno è disposto a tutto pur di avere la meglio sugli altri.

Le regole sono semplici: non rivolgere la parola alla guardia né al responsabile della selezione, non rovinare il proprio foglio. Ogni candidato ha davanti una domanda, per la quale è richiesta una risposta. Non lasciare la stanza. In tutti questi casi si verrà squalificati. Ottanta minuti per rispondere.

Tutti cercano di mettersi subito al lavoro, ma ciò che si trovano davanti non è semplice come si aspettavano. Ognuno ha davanti a sé un foglio. Per tutti, si tratta di un foglio bianco, che riposta unicamente il numero assegnatogli. Nessuna ulteriore indicazione, nessun indizio. Ma soprattutto, nessuna domanda.

Ai candidati non è però proibito parlare tra di loro e muoversi liberamente all'interno della stanza e così iniziano a cercare, tutti assieme, una soluzione all'enigma. I tentativi sono numerosi, ma nessuno di questi porta a risultati soddisfacenti. Con il passare del tempo crescono l'insicurezza e la sfiducia l'uno nell'altro. In un'escalation di tensione che sfiora la follia e che vede uscire dalla stanza uno alla volta tutti i candidati, solo uno supererà la prova, trovando la soluzione che, bisogna proprio che lo dica? Era davanti ai loro occhi fin dall'inizio.

A volte registi famosi fanno film inguardabili, altre volte registi in erba fanno dei grandi film. Questo è il secondo caso. Un esordio molto interessante e ben strutturato, capace a tratti di far saltare il cuore in gola, ma anche di far girare gli ingranaggi del cervello dello spettatore, fino all'ultimo desideroso di giungere a capo dell'arcano. Un buon prodotto nell'insieme, che vale la pena di esser visto, non solo dagli amanti del genere.

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