La7 lo omaggia mandando in onda proprio in questi istanti Dracula Morto e Contento, scritto e diretto da Mel Brooks.
lunedì 29 novembre 2010
Tributo a Leslie Nielsen
Si era ritirato dal mondo del cinema solo da qualche anno e fino alla scorsa notte si trovava in un ospedale di Fort Lauderdale (Florida) dove era ricoverato per una polmonite. Si è spento all'età di 84 anni, Leslie Nielsen, celebre soprattutto per i suoi ruoli in commedie demenziali come la serie de L'Aereo Più Pazzo del Mondo o Una Pallottola Spuntata.
domenica 28 novembre 2010
Gabriele Muccino: Sette Anime
Questo è un chiaro esempio di un film che, appena finito di vederlo, ti trasmette un messaggio e scuote la tua sensibilità.
La coppia Muccino-Smith torna alla ribalta dopo il più che buono "La Ricerca della Felicità" e questa volta collaborano per qualcosa di ancora più drammatico e sensibile.
L'ingegnere aereospaziale Tim Thomas (Will Smith) in 7 secondi ha distrutto la sua vita, un dramma terribile lo ha spinto a compiere un gesto disperato per poter fare pace con se stesso e regalare a sette persone meritevoli una nuova vita.
Questa è la trama portante del film, non me la sento di dare dei dettagli perchè ne andrebbe dell'aspettativa, ma sappiate che il senso del film, il significato e le emozioni che mi ha trasmesso sono state uniche.
La recitazione di Will Smith è da antologia, probabilmente la sua miglior performance di sempre. Muccino dirige con maturità e disinvoltura una storia toccante e pregna di introspezione.
La critica si è accanita spietatamente sul film, sarei curioso di chiedere a questi "critici" che cosa si aspettavano di vedere e cosa non è piaciuto, dal momento che "Sette Anime" è uno dei pochi film che mi siano rimasti dentro (forse sono troppo sensibile?) ed è riuscito a farmi riflettere sul significato dei gesti e della vita in generale.
Consiglio la visione a chiunque abbia un cuore e riesca a comprendere il tema portante del film, quelli che non si riflettono nella frase appena scritta invece consiglio un bel cinepanettone, probabilmente qualcosa di ben poco impegnativo è più adatto a loro.
Voto: 8/9
La coppia Muccino-Smith torna alla ribalta dopo il più che buono "La Ricerca della Felicità" e questa volta collaborano per qualcosa di ancora più drammatico e sensibile.
L'ingegnere aereospaziale Tim Thomas (Will Smith) in 7 secondi ha distrutto la sua vita, un dramma terribile lo ha spinto a compiere un gesto disperato per poter fare pace con se stesso e regalare a sette persone meritevoli una nuova vita.
Questa è la trama portante del film, non me la sento di dare dei dettagli perchè ne andrebbe dell'aspettativa, ma sappiate che il senso del film, il significato e le emozioni che mi ha trasmesso sono state uniche.
La recitazione di Will Smith è da antologia, probabilmente la sua miglior performance di sempre. Muccino dirige con maturità e disinvoltura una storia toccante e pregna di introspezione.
La critica si è accanita spietatamente sul film, sarei curioso di chiedere a questi "critici" che cosa si aspettavano di vedere e cosa non è piaciuto, dal momento che "Sette Anime" è uno dei pochi film che mi siano rimasti dentro (forse sono troppo sensibile?) ed è riuscito a farmi riflettere sul significato dei gesti e della vita in generale.
Consiglio la visione a chiunque abbia un cuore e riesca a comprendere il tema portante del film, quelli che non si riflettono nella frase appena scritta invece consiglio un bel cinepanettone, probabilmente qualcosa di ben poco impegnativo è più adatto a loro.
Voto: 8/9
domenica 21 novembre 2010
Jorge Montesi: 2035 - Mutazione Immortale
Siamo nel futuro, come si può immaginare facilmente dal titolo, dove un'avanzata tecnologia ha permesso agli esseri umani di sviluppare un farmaco che permette loro di vivere in eterno, per sempre giovani. Unico lato negativo: buona parte della popolazione ha reagito male al siero, trasformandosi in esseri brutali ed apparentemente privi di cervello, violenti e determinati a uccidere i "normali". Qualcun'altro invece ha preferito non sottoporsi al trattamento, diventando vecchio e beccandosi ovviamente la sfiga di avere una moglie giovane e bella che se la fa con il capo.
Questo è ovviamente il background in cui si svolge la vicenda, potenzialmente anche interessante, ma sviluppata nel peggiore dei modi. Tutto gira attorno al tentativo di salvare un militare disperso, allontanatosi dal gruppo durante una perlustrazione esterna. Un'ora e mezza passa tra i vari "devo andare a cercarlo" e "morirai, non farlo", inframezzati da imbarazzanti animazioni in computer grafica della città in cui si trovano i sopravvissuti.
Insomma, un film abbastanza noioso e senza spunti interessanti, che non è buono neanche per riderci su, nonostante l'aspetto scimmiesco dei selvaggi possa far sperare in qualche gag.
Questo è ovviamente il background in cui si svolge la vicenda, potenzialmente anche interessante, ma sviluppata nel peggiore dei modi. Tutto gira attorno al tentativo di salvare un militare disperso, allontanatosi dal gruppo durante una perlustrazione esterna. Un'ora e mezza passa tra i vari "devo andare a cercarlo" e "morirai, non farlo", inframezzati da imbarazzanti animazioni in computer grafica della città in cui si trovano i sopravvissuti.
Insomma, un film abbastanza noioso e senza spunti interessanti, che non è buono neanche per riderci su, nonostante l'aspetto scimmiesco dei selvaggi possa far sperare in qualche gag.
venerdì 19 novembre 2010
Jalmari Helander: Rare Exports - A Christmas Tale
Vincitore del premio Méliès d'Argent e del premio del pubblico alla decima edizione del Science Plus Fiction di Trieste, Rare Exports - A Christmas Tale segue il corto ad opera dello stesso autore, che in un modo piuttosto originale ha voluto raccontare il natale a modo suo.
Sì, perché forse non tutti sanno che Babbo Natale (ovviamente tutti invece sanno che la sua leggenda è originaria del nord Europa) non solo non era un personaggio proprio raccomandabile, dato che rapiva i bambini cattivi per mangiarseli, ma non era nemmeno grasso e vestito di rosso! E questo lo sa anche il piccolo Pietari, protagonista di questa curiosa vicenda.
In un paesino non ben precisato della Finlandia, come ogni anno si sta aspettando l'arrivo delle alci, per dare l'inizio alla stagione di caccia e portare a casa la pagnotta come i precedenti inverni. Ma c'è qualche problema: sono state tutte ammazzate e l'economia di questa piccola comunità è distrutta. Non si sa se si arriverà alla fine dell'inverno. Che fare?
Nessun problema, non disperate! Poco distante degli americani stanno venendo massacrati da una forza misteriosa, che ben presto si rivelerà collegata in qualche modo al vecchiaccio porta-regali e si trasformerà un manipolo di cacciatori in businessmen a livello internazionale (ma state tranquilli, non si parla di economia!)
Una storiella originale e divertente, dai tratti seri e che non eccede mai, rimanendo sempre su toni pacati anche se palesemente di fantasia. Si sviluppa in modo lineare, senza grandi colpi di scena né sviluppi arzigogolati, lasciando allo spettatore il tempo di metabolizzare un po' per volta i diversi elementi, che non si sovrappongono gli uni agli altri, garantendo appunto una visione piacevole dal punto di vista narrativo.
Per quanto riguarda gli effetti speciali e i trucchi, invece, non c'è nulla fuori posto: la computer grafica trova il suo spazio e lì rimane. Graficamente è un prodotto ben confezionato e godibile sotto tutti i punti di vista; non un film da 10, ma di tutto rispetto.
Postato da
Mauro Meden
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martedì 16 novembre 2010
Marvin Kren: Rammbock
Una produzione per la tv nazionale tedesca, frutto della passione e del lavoro di un gruppo di giovani, della durata di appena un'ora, dalla qualità grafica non eccelsa ma che sa stregare il pubblico.
E mi chiedo perché, visto che la storia non è originale, non ci sono spunti interessanti e i personaggi sono così così. Però alla gente presente in sala è piaciuto.
Sarà che di film sugli zombi ormai ne ho visti a pacchi, sarà che non mi faccio incantare facilmente da un accenno di romanticismo e non esplodo di gioia quando il protagonista da sfigatello che pareva all'inizio, si fa rispettare e prende la situazione in pugno.
C'è un ragazzotto cicciottello che va a casa della sua ragazza, trasferitasi all'improvviso senza dare spiegazioni, nella speranza di farla tornare da lui. All'improvviso un'invasione di zombi. Di quelli che corrono, quindi se anche voi come me siete dei puristi del genere, già qui c'è da storcere il naso. E volete non storcerlo anche quando esce sulle scale a recuperare il cellulare che gli era caduto poco prima? Vabbè, insomma, rimane chiuso nell'appartamento con un giovane apprendista idraulico che stava facendo dei lavori in casa della ragazza, che non si trova.
Poco alla volta i vari condomini del palazzo cercheranno di unire le forze per scampare al contagio e sopravvivere il più a lungo possibile.
L'ho già detto e lo ripeto: niente di nuovo sotto il sole. Però se capita gli si può anche dare un occhio.
E mi chiedo perché, visto che la storia non è originale, non ci sono spunti interessanti e i personaggi sono così così. Però alla gente presente in sala è piaciuto.
Sarà che di film sugli zombi ormai ne ho visti a pacchi, sarà che non mi faccio incantare facilmente da un accenno di romanticismo e non esplodo di gioia quando il protagonista da sfigatello che pareva all'inizio, si fa rispettare e prende la situazione in pugno.
C'è un ragazzotto cicciottello che va a casa della sua ragazza, trasferitasi all'improvviso senza dare spiegazioni, nella speranza di farla tornare da lui. All'improvviso un'invasione di zombi. Di quelli che corrono, quindi se anche voi come me siete dei puristi del genere, già qui c'è da storcere il naso. E volete non storcerlo anche quando esce sulle scale a recuperare il cellulare che gli era caduto poco prima? Vabbè, insomma, rimane chiuso nell'appartamento con un giovane apprendista idraulico che stava facendo dei lavori in casa della ragazza, che non si trova.
Poco alla volta i vari condomini del palazzo cercheranno di unire le forze per scampare al contagio e sopravvivere il più a lungo possibile.
L'ho già detto e lo ripeto: niente di nuovo sotto il sole. Però se capita gli si può anche dare un occhio.
Postato da
Mauro Meden
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Tertio Millennio Film Fest
Io non so chi abbia dato loro il mio indirizzo email, fatto sta che ricevo la newsletter di un festival cinematografico cattolico o qualcosa di simile.
Ma se qualcuno fosse in zona e volesse mangiare gratis (o almeno così credo, non ho informazioni dettagliate a mia disposizione), sì lo dico pubblicamente tanto non mi legge praticamente nessuno, dopo la conferenza stampa di presentazione del festival ci sarà un buffet. Ecco il contenuto dell'email:
Per informazioni e conferme:
Ma se qualcuno fosse in zona e volesse mangiare gratis (o almeno così credo, non ho informazioni dettagliate a mia disposizione), sì lo dico pubblicamente tanto non mi legge praticamente nessuno, dopo la conferenza stampa di presentazione del festival ci sarà un buffet. Ecco il contenuto dell'email:
Il Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo
Dario E. Viganò
ha il piacere di invitarla
alla conferenza stampa di presentazione della 14a edizione del
TERTIO MILLENNIO FILM FEST
Mercoledì 24 novembre 2010, ore 11.00
Pontificio Consiglio della Cultura
Via della Conciliazione, 5 - Roma
***
Segue buffet
Per informazioni e conferme:
Roberta Pugliese
333 8988542
lunedì 15 novembre 2010
Thomas Cappelen Malling: Norwegian Ninja
Come si può facilmente intuire dal titolo, la serietà non è di casa qui, ma solo all'apparenza. Dietro una facciata da commedia mista ad azione, si nasconde il cuore meno divertente e che più fa riflettere di un'opera che mira a sensibilizzare lo spettatore su tematiche importanti. Ma con i ninja.
È inutile sprecare tante parole: il film è divertente, soprattutto per la consapevolezza della scarsità dei mezzi a disposizione, della quale è stato fatto un punto di forza e il trailer parla da sé.
giovedì 11 novembre 2010
[11/11/10] Auguri a...
Spegneranno le candeline oggi, tra i tanti, anche:
Leonardo DiCaprio (36)
Demi Moore (48)
Stanley Tucci (50)
Calista Flockhart (46)
mercoledì 10 novembre 2010
Riparte il Festival della Fantascienza a Trieste
I preparativi sono in atto ormai da mesi, l'organizzazione è quasi pronta e il taglio del nastro rosso è ormai a due passi.
Sabato 6 novembre è stato presentato a Trieste presso l'Hotel Continentale la X edizione del Science Plus Fiction, festival di fantascienza organizzato da La Cappella Underground che come ogni anno potrà vantare ospiti internazionali e non solo, anche capaci di far invidia ad una Venezia qualsiasi. Senza tanti fronzoli, però, perché come dicono gli organizzatori "Siamo per la sostanza e non per la forma, il nostro non è un festival di grandi passerelle". E per fortuna, aggiungerei io.
Dall'11 al 14 novembre sarà dato spazio al cinema contemporaneo europeo nella rassegna neon e a quello del passato con uno speciale tributo ad Antonio Margheriti che affiancato a italiani nello spazio andrà a pescare tra le grandi opere fantascientifiche nostrane degli anni '60-'70.
Per maggiori dettagli sui film, è possibile scaricare il programma o il più esaustivo catalogo.
Per quanto mi riguarda, cercherò di vederne il più possibile e ovviamente di scrivere quantomeno un piccolo commento qui sul blog ma soprattutto di farmi autografare il dvd di Cannibal Holocaust da Ruggero Deodato, ospite illustre per quanto riguarda il Bel Paese insieme a Lamberto Bava.
Premio Méliès d'Argent (e premio del pubblico):
Rare Exports: A Christmas Tale di Jalmari Helander
Menzione speciale: Technotise: Edith & I di Aleksa Gajić
Nomination per il Méliès d'Or (Miglior cortometraggio fantastico europeo):
Daddy's Girl di Helen Komini Olsen
Menzione speciale: Teleportation di Markus Dietrich
Sabato 6 novembre è stato presentato a Trieste presso l'Hotel Continentale la X edizione del Science Plus Fiction, festival di fantascienza organizzato da La Cappella Underground che come ogni anno potrà vantare ospiti internazionali e non solo, anche capaci di far invidia ad una Venezia qualsiasi. Senza tanti fronzoli, però, perché come dicono gli organizzatori "Siamo per la sostanza e non per la forma, il nostro non è un festival di grandi passerelle". E per fortuna, aggiungerei io.
Dall'11 al 14 novembre sarà dato spazio al cinema contemporaneo europeo nella rassegna neon e a quello del passato con uno speciale tributo ad Antonio Margheriti che affiancato a italiani nello spazio andrà a pescare tra le grandi opere fantascientifiche nostrane degli anni '60-'70.
Per maggiori dettagli sui film, è possibile scaricare il programma o il più esaustivo catalogo.
Per quanto mi riguarda, cercherò di vederne il più possibile e ovviamente di scrivere quantomeno un piccolo commento qui sul blog ma soprattutto di farmi autografare il dvd di Cannibal Holocaust da Ruggero Deodato, ospite illustre per quanto riguarda il Bel Paese insieme a Lamberto Bava.
aggiornato al 16.11.10
Vincitori
Premio Asteroide per il miglior lungometraggio:
Transfer di Damir Lukacevic
Menzione speciale: Norwegian Ninja Thomas Cappelen Malling
Premio Nocturno Nuove visioni:
Rammbock di Marvin KrenPremio Méliès d'Argent (e premio del pubblico):
Rare Exports: A Christmas Tale di Jalmari Helander
Menzione speciale: Technotise: Edith & I di Aleksa Gajić
Nomination per il Méliès d'Or (Miglior cortometraggio fantastico europeo):
Daddy's Girl di Helen Komini Olsen
Menzione speciale: Teleportation di Markus Dietrich
lunedì 8 novembre 2010
Universal Monster Legacy
PARTECIPANTI (nel nostro caso): dai 2 ai 4 -immancabile la presenza della morosa, fondamentale sia in fase organizzativa che logistica (e con un letto PURtroppo comodo per riuscire a seguire per intero ogni singolo film!)
FILM - come già detto, divisi in quattro giornate:
I ♥ Dracula
30/10
Dracula (1931) 75'
L'originale versione spagnola di Dracula (1931) 73'
La Figlia di Dracula (1936) 71'
Il Figlio di Dracula (1943) 80'
La Casa di Dracula (1945) 67'
Totale: 6 ore circa
La prima giornata è all'insegna dei vampiri e in particolare il famoso Conte... o meglio, della sua allegra famiglia succhiasangue, a partire dal classico Dracula del 1931 con Bela Lugosi, seguito dalla versione spagnola dello stesso, con attori spagnoli e diverso regista (ma stessa sceneggiatura e stesso set). Per chi avesse visto il primo, si fermi a quello, perché la versione spagnola è nettamente inferiore. Per chi non ha visto il primo, veda quello e basta. Proseguiamo con i due figli di Dracula, iniziando ad accusare i sintomi del sonno e colti spesso impreparati dal sonno fatichiamo per arrivare in fondo. La lentezza delle pellicole non aiuta a tirare avanti facilmente. Titolo finale: La Casa di Dracula, un meeting di tutti i tre mostri della Universal, ossia Dracula, l'Uomo Lupo e il mostro di Frankenstein (ai quali, apprendiamo dal trailer, si sommano anche lo scienziato pazzo e la temibilissima Gobba, la sua assistente), le cui vicende si sovrappongono nel laboratorio del suddetto dottore che dovrebbe aiutarli a tornare normali.
I ♥ Classic Monsters
31/10
La Mummia (1932) 73'
La Mummia (1932) 73'
L'Uomo Invisibile (1933) 71'
Il Fantasma dell'Opera (1943) 92'
Il Mostro della Laguna Nera (1954) 79'
5 ore e 30 minuti circa
Per il secondo giorno procediamo con una bel misto di mostri, assassini e scienziati pazzi, dalla mummia (Boris Karloff) al fantasma dell'opera fino all'uomo invisibile (Claude Rains), concludendo con il mostro della laguna nera (Ben Chapman / Ricou Brownin). Nel complesso quattro titoli più che godibili con la grande sorpresa di una pellicola a colori (Il Fantasma dell'Opera) a spezzare la monotonia del bianco e nero, in realtà meno fastidiosa di quanto ci si potesse aspettare. Nota positiva anche (e soprattutto) la presenza di Una O'Connor in L'Uomo Invisibile, nella parte della moglie del proprietario della locanda in cui inizia il film e che regala non poche risate con la sua spigliatezza e un'interpretazione a volte addirittura esagerata. Forse per il mostro della laguna le aspettative erano un po' esagerate, rendendolo quasi una delusione, ma senza averne la colpa.
I ♥ L'Uomo Lupo
01/11
L'Uomo Lupo (1941) 70'
Il Lupo Mannaro di Londra (1935) 71'
La Donna Lupo di Londra (1946) 61'
La Donna Lupo di Londra (1946) 61'
Frankenstein Contro l'Uomo Lupo (1943) 72'
5 ore circa
Altro giorno, altro mostro: è la volta dell'uomo lupo (Lon Chaney Jr) che lascia spazio anche ad un interessante thriller psicologico La Donna Lupo di Londra fatto più di intrighi familiari che ai mostri veri e propri, nonché vera e propria sorpresa della giornata. Anche stavolta non rimaniamo delusi e terminiamo con Frankenstein Contro l'Uomo Lupo che contribuisce in modo più che significativo a terminare la serata con una bella dormita.
I ♥ Frankenstein
02/11
Frankenstein (1931) 71'
La Moglie di Frankenstein (1935) 75'
Il Figlio di Frankenstein (1939) 95'
Il Fantasma di Frankenstein (1942) 67'
La Casa di Frankenstein (1944) 71'
6 ore e 30 minuti circa
Ed ecco finalmente l'ultima fatica, con protagonista quello in cui riponevamo meno speranze e che invece, con estrema gioia, si è rivelato il più interessante sotto diversi aspetti. Una storia solida (dovuta al romanzo da cui è tratto), regia sempre viva e dinamica, i film non sono mai troppo lenti e anzi, rimangono sempre su un buon ritmo e tengono viva l'attenzione. Ancora una volta, e forse anche più dei giorni precedenti, il risultato è una bella promozione per tutta la serie, con i picchi, a mio modesto avviso, nei primi due episodi.
MENU'
L'organizzazione di una simile serie di eventi sarebbe stata in qualche modo mutilata se la visione dei film non fosse stata accompagnata da un apposito menù. E allora ecco la nostra scelta gastronomica, rigorosamente casereccia:
Pizza Dracula: pomodoro, mozzarella, salamino piccante, pomodorini, aglio, cipolla.
Pizza Mummia: quattro formaggi
Pizza Werewolf: pomodoro, mozzarella, salsiccia, wurstel, salamino piccante
Pizza Frankenstein: pomodoro, mozzarella + avanzi ingredienti precedenti pizze (salsiccia, wurstel, salamino piccante, pomodorini, aglio, cipolla, scamorza)
Gli ingredienti quindi sono tutti a vostra disposizione, se sarete abbastanza temerari provate anche voi ad affrontare questa esperienza, tuffandovi nel passato come abbiamo fatto noi.
venerdì 5 novembre 2010
Roman Polanski: Pirati
Nell'ultimo decennio la Disney, con la sua saga dei Pirati dei Caraibi, ha rimesso mano all'immaginario piratesco riproponendolo per il gusto cinematografico attuale, ma la tradizione dei film di pirati è di lunga data (non dimentichiamo che L'isola del tesoro, del 1950, è stato il primo film con attori in carne e ossa della stessa Disney), e negli anni ottanta anche Roman Polanski ha dato una sua interpretazione di questo classico sottogenere del cinema d'avventura; del film se n'è tornato indirettamente a parlare di recente in quanto la protagonista femminile di questa pellicola (Charlotte Lewis) qualche mese fa ha denunciato Polanski per molestie sessuali subite all'epoca della realizzazione di questo film, quando lei era ancora minorenne.
Comunque, venendo al film, la trama è questa: il temibile pirata Capitan Red (Walter Matthau) e il suo aiutante, un ragazzo chiamato Ranocchio, sono alla deriva su una zattera di fortuna, quando incrociano un galeone spagnolo su cui vengono recuperati e utilizzati come schiavi; ma Capitan Red scopre ben presto che su questo galeone, diretto in Spagna, è custodito un trono azteco d'oro di valore inestimabile, di decide di volersi impossessare, e per far ciò crea scompiglio sulla nave aizzando l'equipaggio all'ammutinamento...
Innanzittuto va subito detto che il film deve moltissimo a Walter Matthau e al suo personaggio, sia per l'interpretazione fantastica che per le battute che dice; per il resto, il film mescola situazioni comico-grottesche (come quando, all'inizio, attanagliato dalla fame Capitan Red mangia un pesce con tanto di amo e lenza per poi cercare di azzannare Ranocchio) a momenti in cui si cerca di fare della satira sociale leggermente accennata, fra le rivendicazioni pseudosindacali degli ammutinati/lavoratori e la perfida astuzia calcolatrice degli spagnoli/padroni, per non parlare di qualche accenno alla religione cristiana. Il film comunque non è propriamente una commedia, e questo forse è la causa della sensazione di insoddisfazione che per quanto poco emerge in qualche momento del film mentre lo si guarda, ma in fondo non si tratta di niente di ché; il film anzi forse può essere apprezzabile anche per questo, dato che non rischia mai di sembrare uno spettacolone hollywoodiano, senza per questo rinunciare a gustose e anarchiche scene d'azione. L'unica cosa che non ho ben capito è il fatto che il film lascia un finale aperto con parecchie questioni, a livello di trama, esplicitamente irrisolte, come se all'epoca avessero voluto fare di questo film il primo di una saga che avrebbe dovuto proseguire con altri episodi ma che, per qualche motivo (insuccesso commerciale?), non sono stati fatti; in tal caso non posso far altro che esprimere tutto il mio rammarico, dato che mi sarebbe piaciuto a vedere come proseguiva quest'avventura di cui, per ovvi motivi (Matthau), non si potrà mai vedere la fine.
Chiudo con una curiosità: la nave che si vede nel film è al momento ancorata (immagino in pianta stabile) nel porto antico di Genova, per chiunque volesse vederla e ammirarla di persona.
Comunque, venendo al film, la trama è questa: il temibile pirata Capitan Red (Walter Matthau) e il suo aiutante, un ragazzo chiamato Ranocchio, sono alla deriva su una zattera di fortuna, quando incrociano un galeone spagnolo su cui vengono recuperati e utilizzati come schiavi; ma Capitan Red scopre ben presto che su questo galeone, diretto in Spagna, è custodito un trono azteco d'oro di valore inestimabile, di decide di volersi impossessare, e per far ciò crea scompiglio sulla nave aizzando l'equipaggio all'ammutinamento...
Innanzittuto va subito detto che il film deve moltissimo a Walter Matthau e al suo personaggio, sia per l'interpretazione fantastica che per le battute che dice; per il resto, il film mescola situazioni comico-grottesche (come quando, all'inizio, attanagliato dalla fame Capitan Red mangia un pesce con tanto di amo e lenza per poi cercare di azzannare Ranocchio) a momenti in cui si cerca di fare della satira sociale leggermente accennata, fra le rivendicazioni pseudosindacali degli ammutinati/lavoratori e la perfida astuzia calcolatrice degli spagnoli/padroni, per non parlare di qualche accenno alla religione cristiana. Il film comunque non è propriamente una commedia, e questo forse è la causa della sensazione di insoddisfazione che per quanto poco emerge in qualche momento del film mentre lo si guarda, ma in fondo non si tratta di niente di ché; il film anzi forse può essere apprezzabile anche per questo, dato che non rischia mai di sembrare uno spettacolone hollywoodiano, senza per questo rinunciare a gustose e anarchiche scene d'azione. L'unica cosa che non ho ben capito è il fatto che il film lascia un finale aperto con parecchie questioni, a livello di trama, esplicitamente irrisolte, come se all'epoca avessero voluto fare di questo film il primo di una saga che avrebbe dovuto proseguire con altri episodi ma che, per qualche motivo (insuccesso commerciale?), non sono stati fatti; in tal caso non posso far altro che esprimere tutto il mio rammarico, dato che mi sarebbe piaciuto a vedere come proseguiva quest'avventura di cui, per ovvi motivi (Matthau), non si potrà mai vedere la fine.
Chiudo con una curiosità: la nave che si vede nel film è al momento ancorata (immagino in pianta stabile) nel porto antico di Genova, per chiunque volesse vederla e ammirarla di persona.
mercoledì 3 novembre 2010
John Landis: Burke & Hare
Immagino che per presentare John Landis basti citare alcuni dei suoi film più famosi, come The Blues Brothers, Animal House, Un lupo mannaro americano a Londra e così via. Bene, a quanto pare è tornato a dirigere dato che ieri sono andato qua a Leeds a vedere questo film intitolato Burke & Hare, di cui non sapevo un gran ché, avevo solo visto la pubblicità in giro, attratto dalla presenza di Simon Pegg (L'alba dei morti dementi, Hot fuzz ma anche qualche recente film hollywoodiano come Star system o Star Trek) e Andy Serkis (Smeagol/Gullum nella trilogia de Il signore degli anelli), poi quando il film è iniziato ho visto che il regista era lui e ne sono rimasto piacevolmente colpito (erano più di 10 anni che non faceva un film vero e proprio, pensavo avesse smesso).
Comunque, venendo al film, si tratta di una pellicola di produzione inglese, che racconta seppur con i toni ironici della black comedy (infatti il film si apre con la frase Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono) la vera storia di William Burke e William Hare, due irandesi nella Ediburgo dei primi dell'ottocento i quali, dopo aver scoperto che un professore di medicina del posto, il dottor Robert Knox (fra i cui studenti c'era pure Charles Darwin), acquistava cadaveri per le sue lezioni di anatomia, gli vendettero il corpo di un inquilino deceduto di morte naturale, ma non volendo perdere l'occasione di fare ancora soldi in questo modo iniziarono una carriera da serial killer. Ovviamente le grandi attese nascondono sempre una delusione per i più, dato che da un bravo regista del passato che torna a fare un film dopo un decennio ci si aspetta sempre qualcosa di sublime... ma devo dire che in questo caso, almeno per me, non è stato così. Ammetto che non si tratta del capolavoro di John Landis, e che la trama ha dei momenti un po' discontinui e che le gag non brillano per originalità (ho letto che gli sceneggiatori sono gli stessi del nuovo film St. Trinian's, che faceva cagare, quindi è senz'altro colpa loro), ma il film è senz'altro sopra la media delle commedie da multisala di questi tempi; i due protagonisti formano una coppia che funziona, e se la cavano più che bene anche i comprimari, fra cui spunta in qualche cameo anche qualche celebrità cinematografica come Ray Harryhausen (quello dei mostri in stopmotion) e Christopher Lee (Dracula, Sherlock Holmes e mille altre cose); dal punto di vista della storia anche il risovolto amoroso, che di solito in questi film è un po' disgustoso, qui è ridicolizzato e appare più digeribile, così come non è presa troppo sul serio neppure la satira nei confronti dei discutibili mezzi a cui a volte il progresso ricorre per progredire.
In conclusione, un film che mi sento di consigliare pienamente; John Landis forse non è più il genio anarchico dei suoi primi film ma dimostra di saper maneggiare il mezzo cinematografico ancora molto bene. La data dell'uscita italiana non è ancora nota, ma immagino che uscirà senz'altro.
Comunque, venendo al film, si tratta di una pellicola di produzione inglese, che racconta seppur con i toni ironici della black comedy (infatti il film si apre con la frase Questa storia è ispirata a fatti reali, tranne quelli che non lo sono) la vera storia di William Burke e William Hare, due irandesi nella Ediburgo dei primi dell'ottocento i quali, dopo aver scoperto che un professore di medicina del posto, il dottor Robert Knox (fra i cui studenti c'era pure Charles Darwin), acquistava cadaveri per le sue lezioni di anatomia, gli vendettero il corpo di un inquilino deceduto di morte naturale, ma non volendo perdere l'occasione di fare ancora soldi in questo modo iniziarono una carriera da serial killer. Ovviamente le grandi attese nascondono sempre una delusione per i più, dato che da un bravo regista del passato che torna a fare un film dopo un decennio ci si aspetta sempre qualcosa di sublime... ma devo dire che in questo caso, almeno per me, non è stato così. Ammetto che non si tratta del capolavoro di John Landis, e che la trama ha dei momenti un po' discontinui e che le gag non brillano per originalità (ho letto che gli sceneggiatori sono gli stessi del nuovo film St. Trinian's, che faceva cagare, quindi è senz'altro colpa loro), ma il film è senz'altro sopra la media delle commedie da multisala di questi tempi; i due protagonisti formano una coppia che funziona, e se la cavano più che bene anche i comprimari, fra cui spunta in qualche cameo anche qualche celebrità cinematografica come Ray Harryhausen (quello dei mostri in stopmotion) e Christopher Lee (Dracula, Sherlock Holmes e mille altre cose); dal punto di vista della storia anche il risovolto amoroso, che di solito in questi film è un po' disgustoso, qui è ridicolizzato e appare più digeribile, così come non è presa troppo sul serio neppure la satira nei confronti dei discutibili mezzi a cui a volte il progresso ricorre per progredire.
In conclusione, un film che mi sento di consigliare pienamente; John Landis forse non è più il genio anarchico dei suoi primi film ma dimostra di saper maneggiare il mezzo cinematografico ancora molto bene. La data dell'uscita italiana non è ancora nota, ma immagino che uscirà senz'altro.
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