giovedì 29 aprile 2010

Tom Shankland: The Children

Colori accesi, allegri, luminosi (“colorati” come li ha definiti lo stesso registra Tom Shankland).
Natale, allegria, una casa in montagna coperta dalla neve.
Bambini che corrono felici in giardino e genitori colmi d'amore.

Una vera e propria visione idilliaca.

Non dura molto, in certi casi, la felicità. In particolar modo se i bambini stanno male, hanno la nausea, si comportano in modo strano, scoppiano a piangere nel bel mezzo del pranzo, scappano nel bosco sfuggendo all'occhio dei genitori, maneggiano oggetti pericolosi o intraprendono un nuovo gioco di violenza e morte.

Quando guardiamo un film, spesso viene da chiedersi come ci si comporterebbe se ci si trovasse nei panni del protagonista e in particolare se si parla di film horror, l'esperienza è tanto più realistica e spaventosa quanto più ci si impersona in questo, o in un altro dei personaggi.
Ma ciò a cui siamo abituati è un film di adulti, per adulti, con adulti. E se a fianco a loro vi fossero dei bambini? Come dovremmo comportarci, in situazioni spiacevoli con cadaveri che iniziano a riempire lo schermo, se i nostri figli fossero lì, accanto a noi? Certamente cercheremmo di evitare che possano subire esperienze traumatiche, sono così puri del resto.
Ma cosa faremmo invece, se i nostri aguzzini e carnefici fossero proprio loro?
Rendersene conto ed accettarlo sarebbe sicuramente difficile, se non impossibile e rischieremmo di cadere nelle loro mani a causa della nostra ingenuità o del nostro attaccamento ai nostri pargoli.

È proprio questo che accade in The Children, un film horror fuori dal comune che mette in tavola scene di uccisioni semplici ma efficaci, poiché a smembrare persone a destra e a manca non è il solito energumeno o mostro dotati di forza sovrumana, ma dei semplici ragazzini che mai e poi mai riuscirebbero a sollevare neanche un'accetta.





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