sabato 17 aprile 2010

Enzo G. Castellari: L' Ultimo Squalo

Una colonna sonora coinvolgente e i movimenti fluenti di un giovane sul windsurf accolgono lo spettatore già dai primi istanti e in pochissimo tempo siamo immersi in una comunità costiera statunitense che vive serenamente, in attesa della annuale regata di windsurf che porterà sulle loro spiagge appassionati da tutto il Paese.
Peccato che proprio nei giorni precedenti la regata, una minaccia giunga dal mare: uno squalo bianco dalle dimensioni mai viste prima... se non in Lo Squalo di Steven Spielberg, di qualche anno prima (1975, contro il 1981 di cui stiamo parlando).
Il sindaco e i cittadini si troveranno nella spiacevole situazione di dover decidere se sacrificare l'evento tanto atteso o cercare una soluzione per tenere alla larga il pericoloso predatore.
Ovviamente come vuole la tradizione film-esca, la scelta ricadrà sulla seconda ipotesi, nonostante gli avvertimenti del vecchio cacciatore di squali che abita in città. Il metodo è tanto rozzo quanto semplice: viene distesa una rete metallica lungo tutta l'imboccatura del golfo per impedire allo squalo di accedervi e giusto per restare in tema di ovvietà, diciamo pure che la spropositata forza di questo abitante del mare gli permetterà di aprirvi una breccia e fare uno spuntino proprio in concomitanza della gara, con conseguente caccia allo squalo.
Tra cavalcatori di tavole e cacciatori di mostri marini, i morti sono molteplici per tutta la durata del film, fino ad arrivare all'epilogo vittorioso, in cui possiamo finalmente tirare un respiro di sollievo.

Come d'abitudine con questo regista, i ritmi sono sostenuti e il film mai noioso, i personaggi forse non brillano per la grande caratterizzazione, ma fanno comunque una bella figura nel complesso gli attori, forse non eccelsi ma che sanno fare il loro mestiere più che dignitosamente. Parlando sempre di cast(ellari), troviamo anche qui una parte della famiglia Girolami (sicuramente saprete, o avrete intuito, per cosa sta la “G.” nel nome del regista), come accade spesso nei suoi film (la figlia, ad esempio, recita la parte di una giovane che, salvata in extemis, perde una gamba).
Vista la somiglianza con la pellicola di Spielberg già citata, non stupisce il fatto che abbia passato dei guai giudiziari proprio per questo motivo, anche se a confrontarlo con Jaws, l'opera italiana è probabilmente meno seria, più scanzonata, rivolta ad un pubblico più interessato a divertirsi che a spaventarsi.

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