sabato 17 aprile 2010

Roger Corman: La piccola bottega degli orrori

I desideri dei più estremi ambientalisti si realizzano in questa commedia dal gusto macabro in cui il giovine garzone di un fioraio scopre una nuova specie di pianta che si ciba di carne umana.

Seymour è un ragazzo squattrinato con la passione per le piante che si trova a lavorare nel negozio del Sig. Mushnik, fioraio dalla clientela quasi nulla ed evidenti problemi finanziari.
A cercare di risollevare le sorti dell'attività ci penserà Seymour, il quale ha allevato una pianta dall'aspetto curioso e, scopriremo presto, abitudini alimentari alquanto bizzarre.
Particolarità di questo esserino, infatti, è l'essere sì una pianta carnivora, ma che si ciba di carne umana e, a rendere ancora più surreale il tutto, dotata del dono della parola, del quale farà uso per chiedere di essere nutrita e costringere Seymour a procurargli ogni notte nuove vittime.
La pianta ad ogni pasto cresce di dimensioni e tra lo stupore di tutti e l'ammirazione di molti, il giovane acquisisce notorietà a tal punto di attirare su di sé l'attenzione di due detective che stanno indagando sulla scomparsa delle persone che sono state date in pasto al malefico essere.

La pellicola scorre liscia, complice la semplicità della storia che evita di perdere il filo o rimanere confusi e le risate, seppur non esagerate, che scaturiscono a più riprese.
Oltre a strappare qualche sorriso e far aggrottare un po' la fronte davanti a un ragazzetto che ciba una pianta con carne umana, questo film fa anche riflettere, evidenziando come sia possibile raggiungere la felicità e la notorietà tramite qualcosa di più grande di noi, che ci può indurre a compiere azioni che mai avremmo voluto compiere fino a consumarci e portarci alla morte.

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