venerdì 25 marzo 2011

Rodrigo Cortés: Buried


Attenzione: la recensione potrebbe contenere spoiler
Perché ho appena finito di vederlo e mi è piaciuto, perciò non ho voglia di stare a pensare cosa posso e cosa non devo dire.

Siamo in Iraq, o meglio, siamo in una cassa. Sotto la sabbia dell'Iraq. E qui si svolge tutto il film. Per un'ora e mezza circa. Difficile da immaginare, vero? Io non mi sono voluto informare prima di vederlo, perché sapevo che leggere qualsiasi cosa mi avrebbe rovinato quel senso di ansia che provo al pensiero di trovarmi nella stessa situazione. E invece, proprio perché mi sono imbattuto in qualcosa di completamente sconosciuto, ho potuto godere appieno dell'atmosfera e della suspense.

Perciò se non l'avete ancora visto vi consiglio di fermarvi qui, colmare la lacuna e tornare tra un po'.




































Fatto?



Bene.



E se ancora non l'avete visto, non dite che non vi avevo avvertiti.

Non credevo proprio che fosse possibile fare un intero film dentro una cassa da morto, senza una mezza inquadratura che mostri qualcosa all'esterno. E poi, con un solo attore, ovviamente. C'è da dire che il protagonista (come già detto, l'unico ad apparire su schermo) se la cava bene nel ruolo del giovane impaurito e disperato. E per fortuna, perché se non fosse convincente lui, l'intero film non starebbe in piedi. Invece il prodotto, grazie anche alla regia, è ben confezionato e convince dall'inizio alla fine, senza annoiare mai, nemmeno in quei momenti di schermo nero e affanni, che sembrano interminabili. Come è interminabile l'attesa dei soccorsi, interminabili i secondi in cui il telefono squilla, ma nessuno risponde. Interminabili minuti a parlare con l'addetto alla gestione degli ostaggi in Iraq, che promette una soluzione, che tarda ad arrivare, nella quale il protagonista crede poco, ma che lo spettatore attende, fino alla fine. Fine che arriva quasi senza farsi notare, data la scorrevolezza del film che così, all'improvviso, senza lasciare il tempo di un ulteriore respiro, si conclude.

Personalmente, avrei voluto che durasse ancora un po', che lasciasse ancora qualche spiraglio aperto, che permettesse di dare delle risposte. Ma forse di risposte nei film siamo abituati a riceverne anche troppe. Meglio lasciare nel mistero ciò che è giusto non sapere, per dare un tocco di realismo in più. "Proprio come qualsiasi altro uomo, ci sono cose che so e cose che non so" [mia libera traduzione, tratta dal film]

2 commenti:

  1. Lo go visto due mesi fa, sai cocolo!

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  2. Già mi mette un senso di angoscia.

    Te l'ho mai detto che il mio incubo peggiore è quello di risvegliarmi dentro una bara? Ho già detto a mio fratello di controllare ed accertarsi accuratamente della mia dipartita, quando sarà il momento (ovvero il più lontano possibile da questa data) proprio allo scopo di evitare frangenti simili.

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