venerdì 12 agosto 2011

Enzo G. Castellari: Carribean Basterds

È difficile prendere il nuovo film di uno dei registi che consideri tra i migliori di sempre e non piangere quando il prodotto è quello che vi presento oggi.

Il regista in questione è Enzo G. Castellari, che un paio d'anni fa ho avuto l'onore di incontrare durante il Science Plus Fiction qui a Trieste, quando ha presentato proprio questo film: Carribean Basterds. E a ripensare come l'ha presentato, vorrei tanto incontrarlo una seconda volta e chiedergli delucidazioni in merito.

Va bene il non saper dire di no se ti propongono un film da girare ai Caraibi, va bene accettare uno script  poco interessante giusto per divertirsi, ma cercare di salvare il salvabile facendolo diventare una raccolta di (auto)citazioni sperando di far esaltare i fan... allora no, non ci siamo proprio.

Vediamo prima la trama, i commenti a seguire.
Ci sono 3 ragazzi. Fratello e sorella, figli di un ricco mercante d'armi stabilitosi in Venezuela e un altro ragazzo conosciuto per caso. Questi iniziano a frequentarsi e poco alla volta scoprono una comune intolleranza nei confronti dei ricchi e dell'ipocrisia del mondo borghese. Ben presto si ritrovano vestiti come i drughi di arancia meccanica a picchiare vecchi e stuprare puttane, per poi essere scoperti dalla polizia e trovarsi in un gran casino, finendo addirittura in mezzo a narcotrafficanti e altra gente poco affidabile.
Il tutto è ovviamente condito di scazzottate (una anche con lo stesso regista, che si fa stendere senza opporre troppa resistenza), arti marziali, sparatorie e sesso gratuito.

La trama è sicuramente poco originale, ma non è il punto debole del prodotto finale. Certo, si sarebbe potuta sviluppare meglio, ma il punto di partenza non era dei peggiori. Lo script in generale, però, non è esaltante. A mio avviso Castellari non avrebbe dovuto accettare di girare una simile porcheria e a quanto pare, avendolo fatto, non ci si è messo troppo d'impegno, perché il suo tocco non è molto visibile. Va bene, c'è la sparatoria con un sacco di morti e gente che vola da tutte le parti, questo è nel suo stile, ma dove sono le esplosioni? I lanciafiamme? Lo sappiamo tutti che sono i suoi giocattoli preferiti su pellicola, eppure qui nemmeno l'ombra.
Un attimo, ho forse detto pellicola? Altra nota dolente, il film non è girato su pellicola, ma con una di quelle videocamere digitali che fanno tanto l'effetto Asylum/porno di scarsa qualità. Per non parlare delle luci, quasi sempre troppo forti, controluce e comunque quasi mai buone. La fotografia, la post-produzione, il montaggio, sono in generale le parti peggiori. Anche e soprattutto per colpa di quei continui flash in cui viene riproposta la stessa scena per svariate volte, ma un po' sfocata, in bianco e nero o con altri effetti fastidiosi. Quando si arriva allo schermo che viene diviso in 3 sulla scena del bacio, però, è veramente troppo.
Come se non bastassero le vibrazioni della telecamera quando qualcuno prende un colpo (forse per non far vedere che i combattimenti sono fatti malissimo?) o il sangue finto che schizza in camera (magari salsa di pomodoro, qui è addirittura fatto in computer grafica..).

In conclusione, un brutto film, che cerca di reggersi in piedi solo sulle continue citazioni ad altri prodotti dello stesso Castellari o del collega-amico Tarantino (un personaggio ha addirittura il suo nome).

1 commento:

  1. anche la grafica della locandina comunque non scherza... peccato, ma forse vuol dire che per un certo tipo di cinema non c'è proprio più spazio

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